lunedì 7 dicembre 2009

La verità finalmente sull'influenza A.

Da "The Catcher", 26 novembre.

Avevo segnalato a luglio in un lungo articolo (vedi qua) che le previsioni allora dichiarate sull'influenza A apparivano incredibili (7% di incidenza di mortalità ). Questo avrebbe significato 6-8 milioni di morti nella sola Europa, circa un milione in Italia, e 160 Milioni di morti in tutto il mondo. I dati avrebbero dovuto farci balzare dalla sedia e correre per le strade in preda al terrore. La notizia a me suonava incredibile già a luglio , cosa che stigmatizzavo su questo sito. Chiedevo conferme misurabili.

The Catcher - L'influenza miete vittime anche illustri: la nostra intelligenza

I dati ora ci sono (ufficiali e circostanziali) e confermano le mie ragioni. L'incidenza di mortalità reale è dello 0,003 per cento, contro lo 0,2 percento della normale influenza (quella degli scorsi anni): 1000 volte meno della "pericolosa influenza" stagionale. (vedi sotto, sezione "Vittime correlate").


Se togliamo i decessi legati a gravi patologie concomitanti in atto, la percentuale incidente dei decessi scende allo 0,00015 (10.000 volte meno della normale influenza stagionale).
Siamo stati perculàti ? Secondo me, sì.
Allego i dati del Ministero della Salute contenuti nel comunicato stampa del 21 novembre 2009. (I grassetti sono miei)

http://stefano-infinity.blogspot.com/2009/11/la-verita-per-favore-sullinfluenza-h1n1.html

domenica 8 novembre 2009

Astounding results. Again.

Another 100% accuracy and with striking sharpness. The third day of testing (Friday 6th november) extended to 21 actions: we had outperforming results, absolutely astounding: 100% precision, no false at all.
We cannot find similar results in literature any far. Resarchers usually reach 90% at their best with only 3-5 actions [see the survey of Bao MIT 2003, still valid in terms of results survey]; and the majority do not even try with 10-12 actions, and who try surely do not reach the 100% . Using 21 action having 100% accuracy , is a really great and impressive performance, expecially because the method do not use any kind of biomechanical model or any a priori knowledge for signals analysis . It is a general method: we can easily extend it at will, and use it in many different contexts, without introducing any domain specific knowledge.

Note: We have already exausted all our dictionary for tests (a total of 252 actions!) in three try because we did not expect to reach a so sharp and net performance at the first shot.


Congratulations
Stefano, dott. Pinardi

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dott. S.Pinardi
Nomadislab dept. of Computer Science
University of Milano Bicocca
Milan, Italy

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[Italian translation]
Risultati eclatanti, ancora.

Ancora 100% accuracy e di una nitidezza eclatante.
Il terzo gg di test (venerdì) esteso a 21 azioni, dà risultati outperforming, risultati assolutamente sbalorditivi. Non esistono in letteratura risultati neanche lontanamente analoghi: la ricerca arriva nel migliore dei casi al 90% con sole 3-5 azioni da riconoscere e appena sopra queste cardinalità (10-12 azioni) già annaspa...

venerdì 6 novembre 2009

Flawless Victory: One Hundred Percent of Accuracy.


Milan - November 5th, 2009. Today me and Marco Brescianini - a thesis student who is continuing the thesis of Lorenzo Airoldi, which is still present in the laboratory as a coordinator - tested a new algorithm for Movement Science, for the recognition of movements with wearable sensors, based on a method grounded on my doctoral work and on a principle of my intuition. The idea has been realized technically in two stages, first with the work of Lorenzo, then by Marco, with occasional but important technical and architectural support of other people, like Enrico Sada. So, this is a doctoral research carried out with the technical programmatic support of Marco and Lorenzo and the cooperation of others. Friends first, then collaborators: last not least, great professionists.

The algorithm based on my simple idea - very rational, easily extensible, and brand new for the field - gave us a striking result: not entirely unexpected, but astounding for its performance and its unwavering clarity. We obtained a OHP (One Hundred Percent) recognition accuracy. The accuracy of 100 % is the number everyone dreams about for a new method of recognition (artificial intelligence).
An impressive achievement. First of all, because there are not examples of such accuracy in scientific literature of the area, even in better test conditions than ours.
Secondly, because the used method is not dependent on the quality nor the type of the used technology, nor the use of body mechanics model (forces, weights, joint, masses), nor on the ability to understand signal features; but only on a method of cognitive selection, of a context wheghting of the emergent features. A new idea of artificial intelligence in the movement science area.

Besides, the proposed method is easily extensible in terms of vocabulary of actions, and reusable in other technology contexts, because it does not use any a priori knowledge, for example about the body, but it evaluates the information value in its context.
So it is the pure effort of the algorithm, or better of the idea that is at the base, which allows to obtain this quality of results, and this striking performances.

We really did a great job: me, Marco, Lollo (Lorenzo), and incidentally Enrico (Sada) that asked me to explain him why my idea seemed so incomplete, the last thursday, and prompted me to prove him my misconception; instead I found why it could be correct, and that allowed me to return to the core of the original idea, that led us to these excellent results. Everyone counts in a research environment, as I always say, every idea could be relevant or determinant, like in the everyday life.

So let compliments and congratulate ourselfs! And let's keep the good work going...!!

We were very clever. Thanks to Marco, who "sweats" code every day in these days.
Thanks to the work of Lorenzo, his thesis served to comfort us that the direction of research was effective, and to Enrico who spends its free time, unpaid, to be present to resolve our architectural design, and who generates great code on subject as a great jazz musician plays ist instrument at "first sight".

Tomorrow, Friday November the sixth 2009, at 14:00 we will be at Nomadis Lab for other tests, to extended it and to reach higher result. So good luck to us!
We can rest for now, we all deserve it tonight ;-)

Bravo! ;-)
A greeting
Stefano(Dr. Pinardi).

(first and second picture: Dr. S. Pinardi, Marco Brescianini)
(third picture: on the left Dr. Alessandro Frontini, on the right Enrico Sada)
(fourth picture: on the left Davide Landi, on the right Dr. Airoldi Lorenzo
)

venerdì 30 ottobre 2009

Facebook Site Governance, la solita presa in giro.

E' in vista la solita "rivoluzione" su FaceBook (FB). Cambiano una inezia, e ti danno ben 7 gg per decidere quale innovazione esiziale preferire.
E naturalmente non si riesce a votare. Se qualcuno riesce a inserire commenti, è il benvenuto. Io non ci riesco. La solita foglia di fico di Facebook.

http://www.facebook.com/home.php#/fbsitegovernance?ref=nf


Qualche tempo fa Mark Zuckerberg, il "padre padrone" del noto sito di social network Facebook, è stato accusato dai suoi FB-ari di prendere decisioni unilaterali sull'organizzazione del sito, senza consultare i suoi appartenenti.
Per non apparire un dittatore assoluto, ma solo uno illuminato, ha emanato la carta dei diritti, un insieme di ovvietà già regolamentate dagli usi di internet, e dalle leggi
da almeno un decennio, che naturalmente non contempla nessun diritto per chi sta su FB ma solo una serie di doveri "civili" reciproci o verso il sito FB.

Non chiederti cosa deve fare FB per te (niente), ma chiedeti cosa tu devi fare per FB (tutto).

J.F. Kennedy insegna come essere veri leader, e Zuckerberg si adegua.

FB si conferma nella sua linea: anche oggi appare un messaggio, che invita a votare un cambiamento di norme. Oltre a non essere chiaro che tipo di cambiamento sia, dato che si presentano innumerevoli articoli senza spiegare la differenza ex post (il prima e il dopo), oltre a questo - dicevo - si nota in modo chiaro che queste norme trattano solo della scrittura di quanto è già in atto. Cioè trattano della certificazione dello stato di fatto.

Quindi, che cosa dovremmo votare Zuckermann? L'ovvio?

Sentitamente,
dott. S.Pinardi

Ancora sull'influenza A (detta Suina e scopriremo perchè)

L'influenza A miete vittime anche illustri: la nostra intelligenza.

E' un fatto che in Italia si stia diffondendo la temutissima influenza A, volgarmente detta "Suina" perchè trasmessa inizialmente dai suini all'uomo in Messico.
Lo dimostrano anche le ricerche su Google, relative alla parola influenza, per quanto si stanno intensificando in Italia (vedi sotto).

Il fatto è che in realtà al momento si contano circa 3-4 casi di decessi in tutta Italia, tutti in soggetti già fortemente compromessi da patologie molto gravi. Questo purtroppo è un effetto di tutte le influenze, che noi fingiamo di ignorare, ma - ahimè - molto noto. Un banale virus in un paziente post-operato, o in rianimazione, o con una insufficienza renale grave hanno purtroppo esiti gravi.

Finora invece il tasso di mortalità dell'influenza A è ben al di sotto delle medie stagionali di tutte le normali influenze, per fortuna. Sembra quindi che l'unica vittima , sia stata la credulità.

A luglio 2009 (quattro mesi fa) si parlava in modo allarmato di una incidenza di mortalità del 6-7% (!). Un numero impressionante, dato che si ammala circa il 30% 40% della popolazione. Parlare del 7% significa indicare qualcosa come 160 milioni di persone decedute a livello mondiale, e 7 milioni di persone nella solo Europa, che sarebbero decedute per l'influenza A (allora chiamata solo influenza Suina).
Questo a me suonava incredibile già a luglio, cosa che stigmatizzavo su questo sito (vedi qua).
Chiedevo conferme misurabili.

La conferma è arrivata, muoiono addirittura meno persone che per una normale influenza.
Forse di Suino non c'è solo l'influenza.
Quindi, perchè queste previsioni?
Leggete l'articolo di luglio e vi troverete qualche indizio.





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lunedì 26 ottobre 2009

La solita bufala. C'è un Robot e un Asino. Uno dei due lavorava alla Nasa.

C'è sempre qualcuno che dice di aver costruito il computer intelligente, il Robot, l'animale da compagnia meccanico intelligente, il dispositivo che parla, dà la mancia, e discute di sport... e ce l'ha in casa, naturalmente.

Spiace vedere che anche Wittgenstein abbocchi all'amo, citando un articolo di Wired.
http://www.wittgenstein.it/2009/10/26/abbiamo-solo-bisogno-di-spazio/#more-17389

Quella dei Robot che si avvicinano alle luci o vi si allontanano come falene intelligenti, è più o meno come la storia dell'alligatore gettato nel water che ora vive nelle fognature di NY. Una leggenda per abbocconi (per chi abbocca).
Si può giocare con le luci e i Robot, è vero, ma ... "cui prodest", anzi "who cares", che c'entra: di certo non è un esempio di cibernetica applicata .

Al momento
i Robot non sono in grado di fare neppure un milionesimo di quanto si vorrebbe da loro. Parlare di un dispositivo intelligente che sostituisce l'uomo, lo supporti nella deambulazione, colloqui dei Boston Reds, possa fare la spesa, e dare la mancia... che dire?
Che gli asini volano, Signori...?
Non ci credete? Ne ho uno in casa.

P.S.
E uno ha volato anche nello spazio, pare... forse era l'asino di James Tiberius Kirk.

Ta taaaaa tatata taaaaa....(guardate l'invitante video qua sotto)


sabato 17 ottobre 2009

Dialoghi notturni. Come si evolverà l'informatica?



Parlando "tra noi", su Orientalia4all, di come Google Flu Trends possa prevedere gli andamenti epidemiologici dell'influenza, e della relazione tra intelligenza sociale e computer science... (emendata degli errori di stampa notturni):

7.Stefano / The Catcher il 14 ott 2009 alle 01:33

Funny! [Google Flu Trends] ;-)

"perché preoccuparsi delle stime derivanti dalle query di ricerca aggregate? La sorveglianza tradizionale dell'attività influenzale è molto importante, ma gran parte delle agenzie del settore sanitario si concentra su un singolo Paese o regione e aggiorna le proprie stime solo una volta alla settimana. Google Trend influenzali è attualmente disponibile per vari Paesi e regioni del mondo e viene aggiornato quotidianamente, quindi rappresenta uno strumento complementare a questi sistemi esistenti. "

La computer science è sociale, come sostengo da tre anni in dipartimento, ma nessuno "me la si fila" dato che sono tutti "ingegneri" (sinonimo di mentalità narrow?).

9.Boh/orientalia4all il 14 ott 2009 alle 11:49
Stefano, sociale ma compartimentalizzata. Non dirmi che chi si occupa di diagrammi di flusso fa un lavoro sociale, anche se il prodotto finale lo è. E' solo l'uso che è sociale.

10.Stefano / The Catcher il 16 ott 2009 alle 01:33
Mmm ok…. su questo potremmo aprire la tavola rotonda che propone Diego :-)

Lo dico così: io credo che il futuro dell'informatica, la strada economica e lavorativa dei futuri informatici (me compreso), sia di rendere l'informatica flessibile come l'uomo, flessibile all'uomo. L'intelligenza artificiale dovrà essere più sociale che meccanica. Se ne vedono bagliori ancora "in nuce" in alcuni servizi come i motori di ricerca di Google.

Google con un semplice valore di misura sociale dell'informazione (il Page Ranking) ha trasformato i vecchi e "stupidi" motori di ricerca in uno strumento assolutamente flessibile e aperto alle nostre esigenze.

Questo è un esempio.

Sul mio sito puoi vedere, indicati male causa lo spazio e i limiti del mezzo, i principi di quella che chiamo un'altra forma di Intelligenza. L'Intelligenza Sensoriale, una forma di Reality Mining (come piace chiamarla al M.I.T.), volta a comprendere il comportamento umano (il movimento del corpo), interpetando i segnali emessi da sensori (inerziali) indossabili.

In questi ambiti dove non ci sono modelli, strutture, dati, basi-di-dati (i.e. modelli), testo, protocolli, ma solo il corpo e il segnale generato, un segnale che ha l'aspetto simile, per capirci, ad una scrittura a mano libera schizzata su un foglio, senza parole... in questo contesto è la macchina che deve adeguarsi all'uomo e farsi intelligenza.
I casi applicativi di questa ricerca sono tantissimi: dalla Wii alla identificazione di patologie motorie, alla cura sociale della persona.

Questo è la direzione che l'informatica ha intrapreso: diventare Intelligenza.
L'intelligenza ha un alto valore "economico", ovvero ambientale (oikos) e sociale.

E' quindi il valore emergente della teoria dell'informazione. Quello che tenderà a coprire tutti gli altri valori informativi (dati protocolli programmi).

Vabbè sono diventato sentenzioso e …. noioso. Digressione professionale. Scusate… poi mi passa :-)

11.Boh/orientalia4all il 16 ott 2009 alle 11:26
Stafano, da moltissimi anni, da quando ho preso un Master in in


Stefano, da moltissimi anni, da quando ho preso un Master in informatica alla fine degli anni Ottanta, si studiano il LISP, l'intellgenza artificiale e le sue applicazioni. Con tutte le variabili che ogni intelligenza ha. A parte che sia benissimo che le intelligenze vere hanno variabili non tutte prevedibili, e più l'intelligenza artificiale è intelligente più dovrebbe avvicinarsi a questa imprevedibilità dell'intelligenza vera (il che non è possibile, perché anche l'imprevedibilità in un computer è basata su un insieme di cose previsite o prevedibili, e comunque su dati che mettiamo noi in una macchina), ma a parte questo, dicevo, che c'entra col fatto che non tutto, in una macchina come il computer, è social?

12.Stefano / The Catcher il 17 ott 2009 alle 03:42

Ok questo meriterebbe un approfondimento… domani magari (troppo sonno stasera).
Diciamo "in breve" che
non esistono solo gli approcci linguistici.
Lisp è linguaggio. Il linguaggio è reasoning.

La realtà e l'intelligenza non sono "reasoning", ma altro.

Mi spiego con un esempio.
Quando tu sali le scale di casa, non pianifichi la soluzione. Non ci sono catene di scelte. E' un movimento fluido, acquisito e inconscio.

L'intelligenza è questo. Non pensare e pianificare, come un meccanismo, ma percepire, intuire.
La base è questa.


Il primo atto di intelligenza superiore, po,i credo sia il risultato di una selezione evolutiva.
L'uomo per sopravvivere non si muove per meccanismi, ma soprattutto comunica e interagisce coi propri simili e a questo deve la propria sopravvivenza. Noi non ci relazioniamo con altra realtà se non quella antropologica. L'uomo è animale sociale, diceva qualcuno (Aristotele, tra gli altri).
L'uomo ha imparato prima a capire il bene e il male, chi è sottile, chi mente, chi si vanta, chi parla a vanvera dei propri simili.
E nella capacità di capire queste cose sta la nostra reale abilità di sopravvivenza.

L'intelligenza sociale (il linguaggio deriva da questa forma di intelligenza) è - io credo - quella che per prima si è sviluppata. Quella che ci ha fatto separare dagli animali. Non la logica in senso meccanicistico, ma la logica sociale.

E, ironia della sorte per una società maschilista, io credo che sia proprio l'intelligenza femminile che sia nata per prima. La donna ci ha separato dalla bestia, non l'uomo. La donna ci ha regalato l'intelligenza. Quella abile nel comunicare, nel capire il prossimo, nel comprendere le sfumature.

Sulle basi di questa intelligenza vera e complessa, poi, in senso filogenetico è nata l'intelligenza meccanica ragionativa. Su queste solide basi. Non viceversa.

Per migliaia di anni si è ritenuto il contrario, che la logica rappresenti l'intelligenza.
Quindi il reasoninig, i linguaggi, il lisp. E che la macchina deve imitare l'intelligenza sintattica, ingegneristica, matematica per farsiintelligente.
Io credo sia una bufala. Un errore storico.
L'intelligenza è capire che chi ti vende zafferano ti sta fregando sul prezzo.
Che tizio si vanta di una amicizia con un potente che in realtà non detiene.
Che quando una donna dice forse intende sì. Forse.

L'intelligenza è sottile. Adattiva. Profonda.
Il lisp non lo è, per dirne una.
L'intelligenza viene dalla capacità di adattarsi alla realtà in modo "femminile" sottile e sofisticato. Dalla capacità di capire la complessità del rapportarsi sociale.
Del rapportarsi tra individui che sono sofisticati, non meccanici, sottili, a volte menzogneri…

Credo che il trend di ricerca sull'intelligenza artificiale si stia spostando in questa direzione, verso l'intelligenza che si flessibilizza, che parte dal senso e dalla realtà-
Il social computing è uno dei campi di ricerca che forzosamente si deve piegare a queste regole ed esplorare l'intelligenza sociale.

Ma non è l'unico campo. Un altro è quello su cui lavoro io, per citare qualcosa che conosco. E dico "su cui lavoro" e non "in cui lavoro" perchè non si può lavorare "in" un settore che si sta creando, ma si può lavorare "per" crearlo. Ma qui il discorso si allunga… e si fa più specifico.. ;-)

Emersione dell'informazione nei giornali on line, oggi.

Come fa l'Huffington Post? Si danno due versioni della stessa informazione, si mostra ad alcuni utenti una versione, ad altri l'altra. Dopo 5 minuti, un tempo sufficientemente lungo per un sito molto frequentato, la versione più cliccata vince e diventa il gold standard della notizia, da proporre a tutti.

Non esiste più l'oggettività, solo la plasticità?
Effetto democrazia. O effetto caduta vendite dei giornali USA.

From direct mail to web design, A/B testing is considered a gold standard of user research: Show one version to half your audience and another version to the other half; compare results, and adjust accordingly.

So here’s something devilishly brilliant: The Huffington Post applies A/B testing to some of its headlines. Readers are randomly shown one of two headlines for the same story. After five minutes, which is enough time for such a high-traffic site, the version with the most clicks becomes the wood that everyone sees.

http://www.niemanlab.org/2009/10/how-the-huffington-post-uses-real-time-testing-to-write-better-headlines/

mercoledì 14 ottobre 2009

Google trova un modo di prevedere gli andamenti influenzali. (Gosh!)

Google trova il modo di stupirci un po', trovando relazioni nascoste nei propri dati, e mettendole in linea su Google Flu Trends, la pagina di Google che mostra le stime dell'influenza basate sull'andamento delle ricerche che gli utenti fanno su Google.

Google si chiede: "è possibile partire dalle query di ricerca per arrivare a delineare un modello attendibile dei fenomeni che si verificano nella realtà?". Pare proprio di sì.

I ricercatori di Google hanno notato che gli andamenti delle query di ricerca sull'influenza e gli andamenti influenzali stessi - secondo i dati forniti dai centri di sorveglianza nazionale - sono correlati in modo positivo, sono sovrapponibili (vedi qua).

Ovviamente il vantaggio risiede nel fatto che le stime basate sulle query sono quasi in tempo reale, mentre i report forniti dai centri di sorveglianza nazionali sono al più settimanali, anche nei casi più gravi, come l'influenza di tipo A. In casi di pandemie pericolose, il metodo-Google sembra più efficace per comprendere e prevenire in tempo reale gli andamenti di diffusione di una malattia altamente infettivante.

Ed ora basta dire che l'informatica è "solo materia da tecnonerd" ;-)

P.S.
Trovato sul sito Orientalia4all dell'ottima Enrica Garzilli di cui riporto anche il commento finale. [Ci sono quasi tutte le nazioni ma non la nostra] "Se non fosse che non c'è neanche la Gran Bretagna mi verrebbe da pensare che in Italia i dati siano irrelevanti, come nei paesi del digital divide."
Temo che tu abbia ragione, Enrica. Siamo terzomondizzati anche nel digitale.

sabato 10 ottobre 2009

Anche gli uomini sono esigenti, prima di un appuntamento.

Sono stati effettuati molti studi sul comportamento umano, e molti anche sul comportamento che i due sessi tengono durante i cosiddetti "speed dating".

Lo speed dating, per chi non lo sapesse, è un evento di socializzazione "veloce" e volontaria in cui gli uomini di norma si trovano a dover saltare da un tavolo all'altro, sostenendo una breve conversazione di pochi minuti con una donna, allo scopo di riuscire ad ottenere un secondo appuntamento (lui o lei, il gioco è paritetico), una seconda chanche di incontro, chiaramente per un periodo di tempo più lungo e in un altro contesto (magari più normale).

In queste occasioni di socializzazione indotta, dove i soggetti di entrambi sessi si sottopongono volontariamente (e magari anche felicemente) ad un impietoso, veloce, ed impreciso esame, le donne hanno dimostrato di essere molto più schizzinose degli uomini, quando si trattava di scegliere se arrivare al secondo appuntamento.

Le donne "devono" essere schizzinose - si sostiene di solito secondo una troppo ripetuta, e malinterpretata, teoria evoluzionista - perché devono investire di più nella loro progenie.

Ma quando i ricercatori hanno provato ad effettuare un semplice scambio di ruoli, in cui le donne si trovassero a dover saltare di tavolo in tavolo, mentre gli uomini se ne stavano tranquillamente seduti, i due sessi improvvisamente diventano altrettanto selettivi e schizzinosi.
Evidentemente le norme sociali e gli indizi fisici giocano un ruolo ancora molto sottovalutato, nella scelta del compagno.

Sapendo questo, su quale lato del tavolo partecipereste ad uno speed dating? ;)

Per saperne di più: il numero di ottobre di Psychological Science (fonte :
Scientific American)

Americas Goes to the Moon (again).

Gli Stati Uniti stanno progettando di tornare sulla luna.
Un passo necessario per prepararsi al balzo verso Marte.
Chissà che Obama, a proposito di premi Nobel, non dia un impulso reale al programma.
Le ricadute tecnologiche del programma spaziale americano negli anni 60'-70' hanno avuto un impatto sull'economia e sulla nostra cultura impressionante.
Pensate che sarebbe della nostra vita, il poter emigrare su Marte e colonizzare un intero nuovo mondo?

Una ripresa ce l'auguriamo anche perchè attualmente il programma spaziale Nasa è noioso come una partita di curling parlata in svedese stretto.
L'evento del mese è bombardare la luna con un satellite lanciato a 5600 miglia orarie.
(vedi qua , anzi per favore risparmiatevi la visione)

Notate la direzione del programma di volo: l'ufficietto stile "retro di un garage che vende ferramenta", gli schermi piatti - gli stessi che posso comprare io al MediaWorld e gli stessi PC - i mobili stile "IKEA", e l'entusiasmo travolgente dei partecipanti (uau!). La Luna pare abbia sbadigliato per la noia. Come non capirla.

Ben diverso da quegli intrepidi avventurieri che riuscirono a portare un uomo sulla luna il 21 luglio 1969, in nome di tutta l'umanità. La stessa gente che per salvare l'Apollo 13 in panne, la terza missione sulla luna, ricalibrò l'impianto della cabina testandolo su una copia esatta presente a terra, progettò la costruzione a mano di un filtro per rigenerare l'ossigeno dalla CO2 in eccesso, usando solo pezzi di recupero presenti sul missile in fase di rientro; mentre gli astronauti a bordo, privi dei propulsori, modificavano la traiettoria del missile con l'unico razzo presente non progettato allo scopo, quello del LEM, guidando a mano il modulo e calcolando con carta e penna la traiettoria di rientro. Casualties: zero.

Mamma mia, che differenza!

http://en.wikipedia.org/wiki/Apollo_13

(Un ex fan-bambino del programma spaziale kennediano)



P.S.

Quanto tempo ci vuole per entrare in orbita?
Poco meno di tre minuti.
Una visione del decollo da un satellite "moderno" (saltate i primi 30 secondi)


martedì 6 ottobre 2009

Flatland, the above, e la quarta dimensione

Carl Sagan (Astronomo e scrittore di fantascienza) "spiega" la quarta dimensione partendo dalle due dimensioni, con una "buffa" digressione su Flatland.
(In inglese)


Have you ever considered how a four-dimensional being would appear to you if it suddenly came into your room?

Think of it this way. Consider a two-dimensional world resembling a sheet of paper. How would you appear to the inhabitants of such a world if you tried to interact with with them? The 2-D creatures would only see cross-sections of you as you intersected their universe. Your finger would look like a flat disc that grew in size as you pushed it through their world. Your five fingers might looked like five separate circles. They would just see irregular shapes with skin boundaries as you entered their world. Similarly, a hyperbeing who lived in the fourth dimension would have a cross-section in our space that looked liked a bunch of skin blobs.

A 4-D being would be a god to us. It would see everything in our world. It could even look inside your stomach and remove your breakfast without cutting through your skin, just like you could remove a dot inside a circle by moving it up into the third dimension, perpendicular to the circle, without breaking the circle.

A hyperbeing can effortlessly remove things before your very eyes, giving you the impression that the objects simply disappeared. The hyperbeing can also see inside any 3-D object or life form, and if necessary remove anything from inside. The being can look inside our intestines, or remove a tumor from our brain without ever cutting through the skin. A pair of gloves can be easily transformed into two left or two right gloves. And 3-D knots fall apart in the hands of a hyperbeing, much as a 2-D knot (a loop of string lying on a plane) can easily be undone by a 3-D being simply by lifting the end of the loop up into the third dimension.

Hypercube: is a Cube in four (or more) dimensions.

sabato 3 ottobre 2009

Angoli alla circonferenza


Dati due cerchi tangenti, chiamo il punto di tangenza T.
Traccio la retta tangente ai due cerchi, e chiamo i punti di tangenza A e B.

Thesi: Dimostrare che l'angolo ATB è retto.

Accenno di dimostrazione. Manca un pezzo.
Una premessa non è dimostrata. Quale?

(cliccando sulla foto, si ingrandisce)






P.S. per i matematicamente scettici e gli anti-Euclidei un video.
Da sentire mentre si pensa alla soluzione, o si prepara il minestrone della cena.
Il minestrone che sia di verdure, mi raccomando. E' di stagione, ed è dietetico.




venerdì 2 ottobre 2009

Residui iconografici, dove cominciò la storia.

Siamo nel 1997, un nuovo Ateneo viene fondato a Milano: l'università di Milano-Bicocca, prima polo, poi nel giro di qualche mese Ateneo a se stante.

Sfogliando la rete, per caso incappo in un residuo iconografico, una pagina web evidentemente abbandonata a sè stessa, di quel periodo, scritta proprio da un mio collega di allora. Un autorevole personaggio dell'IT oggi.

http://www.stefanopisati.net/MLAB_History.htm

A parte la curiosità: ritrovare una pagina abbondanata da dieci anni che parla di cose che conosciamo personalmente, è come trovare un vecchio guanto in un cassetto di quando si faceva la comunione. O una vecchia foto di quando si era piccoli con il nonno o i compagni di scuola.
La grafica del sito è eloquente, siamo nel periodo naif dell'Internet story. Prima che inventassero il wifi, prima che inventassero Second Life, prima che inventassero Google, Yahoo era un portale e l'unico motore di ricerca assieme ad Altavista, i primi cellulari non analogici giravano, esisteva la Omnitel e non la vodafone, non esisteva l'Adsl e a casa pochi avventurosi usavano modem costosi, che funzionavano a pochi kappa al secondo (contro le molte centinaaia di kbps di oggi).


Ma non è per questo che riporto: lo scrittore del sito scrive qui una cosa che mi riguarda: dove "cominciò" la storia. La mia e la sua personale, la storia del dipartimento e dell'ateneo come sfondo. Mlab oggi è il laboratorio di ricerca Nomadis (Wireless Sensor Network, Movement science e mobilità). Pisati il primo collaboratore di Bisiani a Milano, oggi è uno dei maggiori consulenti di security italiani e esteri.

E i "giovani baldi" dell'MLAB siamo io e altri che ancora lavorano in Biccocca o in dipartimento, o leggono questo sito. Il termine giovani era bonariamente ironico dato che Pisati era giovane anche più di noi. Ma già un fuoriclasse.

Prima che scrivessi libri, entrassi per la prima volta in un aula universitaria ad insegnare sistemi operativi windows e dot Net, prima che mi certificassi, che facessi decine di progetti, che lavorassi all'estero, prima di fare il dottorato e tanto tanto altro.

Il dipartimento di informatica allora aveva solo tre ordinari. E tre laboratori.
Noi "giovani baldi", facevamo letteralmente anche da segreteria studenti.
Rispondevamo alle domande, davamo le guide.
Ci conoscevamo tutti tra noi, compreso il rettore. Non esisteva burocrazia.
Era una realtà nuova e molto grande.


Oggi siamo l'Ateneo "multipurpose" migliore di Milano secondo i parametri MIUR e il più popolato. E uno dei sei migliori di Italia in assoluto.

Merito anche nostro, del nostro lavoro: di migliaia di ore di lavoro spese a creare una intera facoltà che oggi conta più di 30.000 studenti, partendo dal nulla. Una delle esperienza più belle della mia vita, e tuttora in corso.
E' una cosa che non capita spesso di contribuire a costruire un grande Ateneo in una grande città internazionale, partendo "from scratch" dal nulla. E dal basso
.

E non posso non notare i toni con cui anche Stefano (Pisati), già allora, parlava del mio capo, il prof. Roberto Bisiani. E' una persona eccezionale Roberto. Un uomo capace di valorizzare il lavoro dei propri collaboratori in modo straordinario e un ricercatore di grandissima inteligenza.
Una fortuna conoscerlo e incontrarlo, prima come uomo poi come ricercatore e professore.
Larger Than Life.

giovedì 1 ottobre 2009

Errore fatale? Ma non scherziamo.

Prendendo spunto dall'episodio di ieri, del Medico che esercitava la professione da 19 anni senza una Laurea, leggo il commento del portavoce dell'Ospedale...

[..] "era stimatissimo" da tutti. Ma "rimane il fatto, tristissimo, che non si puo' svolgere una professione senza i necessari titoli accademici. Questa e' una truffa", conclude.

...che mi rammenta una cosa: che, invece, svolgere la professione dell'Informatico senza possedere titoli accademici, e' stranamente lecito.

Si vede che causare un disastro con perdite di vite umane perchè il software è insidiosamente errato, non è altrettanto grave.

E il non possedere dentro un ospedale una struttura informatizzata che in 19 anni, non sia stata in grado di verificare che un proprio dipendente non avesse la laurea in Medicina, come si vede non è un problema.

La stessa struttura informatizzata gestisce di norma anche informazioni critiche, come le cartelle clinche, e sapete che può succedere se si fanno errori con le cartelle, anzichè con le scartoffie? Un'importante e rilevantissima causa di morte negli ospedali negli Stati Uniti è data proprio dallo scambio di identità (cioè un errore informativo), dalla non corretta identificazione del paziente. ( vedi anche http://www.annals.org/cgi/content/full/144/7/510 )
Ho citato gli Stati Uniti non perchè in Europa non ci sia questo problema, ma semplicemente perchè non ci sono neppure studi approfonditi al proposito. Quindi può essere che in Europa, la situazione sia anche peggiore che negli Stati Uniti.

Non lo sapevate? Ora lo sappiamo.
Ma... chiunque può esercitare la professione dell'Informatico, anche senza un titolo accademico.
Di che vi lamentate...

P.S.
Ma se uno ha buone entrature, anche se non ci capisce una mazza di informatica professionale, può sempre farsi dare una buona commessa per costruire un portale come "Italia.it" , il portale più controverso e improbabile del settore.

http://www.beppegrillo.it/2008/05/le_tre_i.html

venerdì 25 settembre 2009

Sensing the reality: reality mining, wearable computing, human behavior, et.al

Il campo di ricerca in cui lavoro - molto recente, e molto innovativo sotto tantissimi punti di vista - io lo identifico col termine di "Sensors Artificial Intelligence", o "Reality Artificial Intelligence", dove intendo indicare con questo sia il compito di comprendere una informazione ambientale distribuita, sia quello di estarre semantica da informazioni generate dai wearable (strumenti sensoriali leggerissimi indossabili) informazioni strettamente legata alla persona quindi, in modo non invasivo e rispettoso della privacy. Prescindendo dalle tecniche e dai metodi.
nomadis.unimib.it

Il termine in uso in alcuni ambienti di ricerca, forse più specializzato, è "Wearable Computing" (ad es al MIT) che pone l'accento sugli aspetti inerti (tecnologici), sulla provenienza personale, e sulla comprensione del dato.

http://www.media.mit.edu/wearables/

Altro modo di definirlo è "Reality Mining". Dove invece si intende identificare la classificazione o previsione di dati prelevati dalla realtà da fonti differenti, di solito da sensori ma non solo, con una analogia al "data mining". Qui i dati però non sono strutturati a priori.

http://hd.media.mit.edu/

In entrambi i casi sono presenti infrastrutture di rete più o meno complesse, per l'instradamento e il flusso dei dati con ulteriori tematiche di ricerca, sicurezza, timing, inerenti al campo delle Wireless o Wired networks. Anche quello delle Wireless Sensor Networks è un ambito di ricerca di per sè, anch'esso molto recente e molto promettente.

http://en.wikipedia.org/wiki/Wireless_sensor_network
nomadis.unimib.it

Ognuno di questi campi afferisce a problematiche diverse, ma comuni alla compresione del comportamento umano, o ambientale, richiede personale e competenze diverse, spesso elevate e universitarie. Richiede anche competenze programmative altamente specializzate, non in senso verticale ma in senso trasversale, che non sono normalmente presenti sul mercato e che vengono di norma sviluppate allo scopo, non essendoci altra strada, all'interno dei nostri laboraratori di ricerca.

Si tratta di figure molto richieste dato che sono estremamente specializzate, che devono essere dotate nel contempo di un background conoscitivo molto flessibile (i.e. riusabile in ambiti anche molto distanti da questo, come l'analisi di immagini, ) e di alto pregio accademico, informatico e ingegneristico e riguardano ambiti molto interessanti e in crescita continua: le industrie di sensori, la sicurezza, ergonomia, il trattamento del rischio nel lavoro; la riabilitazione e supporto medico sportivo, la cura degli anziani, il supporto medico o sociale di soggetti a rischio. Ma anche l'industria del cinema per gli effetti speciali (che in italia a Torino ha una sua roccaforte) e dei videogames (vedi Wii, Natal).

Si tratta di conoscenze che possono essere acquisite solo da chi abbia conseguito una laurea del settore (almeno una triennale): questo non per motivi formali, ma per motivi sostanziali, dato che ci si addentra in settori nuovi della conoscenza e della programmazione, e si parla di acquisire competenze teoriche e applicative che hanno una forte attinenza con aree diverse di altissimo pregio. Aree fortemente operative, ma di pregio.

La persona formata avrà una conoscenza che riguarderà sia gli aspetti della computer science applicata: progettazione e software engineer, e programmazione specializzata, reti di sensori wireless e reti wired; sia quelli della computer science teorica: il machine learning e l'intelligenza artificiale. Il tutto applicato a problematiche della realtà.
Le competenze acquisite costituiscono lo stato dell'arte del settore.

Esistono anche ricadute disseminative, in termini di creazione e diffusione di nuova conoscenza.
Corsi universitari, Corsi per aziende di settore, Corsi programmativi, Master di area tecnica, Master di area medico-riabilitiva e motoria.

Vabbè....giusto per "introdurre" l'argomento :-)

S.P.
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Post Scriptum. Chi volesse collaborare, come Studente, Tesista, Ricercatore, o co-Ricercatore, può contattarmi direttamente via email, ed è il benvenuto. Più di 12 tesisti, 8 collaboratori tecnici e 7 ricercatori lavorano e hanno lavorato con noi negli ultimi 2 anni. Abbiamo a disposizione materiale tecnico, fondi (sempre mai abbastanza), spazi, tre laboratori ampi, collaborazioni estere, e competenze elevate. Siamo sempre felici di allargare la nostra rete di contatti e di accogliere nuovi collaboratori, anche da settori eterogenei e molto distanti (collaboriamo con medici, fisioterapisti, sociologi, dentisti, psicologi, ingegneri del rischio, scienziati dell'informazione) purchè compatibili con gli indirizzi applicativi della nostra ricerca .
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lunedì 21 settembre 2009

Le macchine sostituiranno l'uomo?

Leggo su answer yahoo una domanda (la riduco un po' per brevità e chiarezza) a cui non posso non sentire l'impulso di rispondere.

"Secondo voi le macchine sostituiranno l'uomo?
Col passare del tempo il bagaglio culturale e ingegneristico sta aumentando così da permettere ai futuri studiosi di acculumare conoscenza atta alla di progettazione alla realizzazione di macchine "pensanti". Questo porterà a consolidare conoscenze che porteranno a sotituire l'uomo nelle sue attività?"


Approfitto quindi per rispondere direttamente su yahoo.answer e riporto qua :

Parzialmente sì. Forse non nelle espressioni più profonde umane, ma in senso attuativo, il cambiamento e l'introduzione di sistemi intelligenti è già profondamente in corso e difficilmente si arresterà.

Ci sono molti esempi, oltre a quelli da te citati della catena di montaggio.
Come molti sanno le industrie hanno già parzialmente sostituito l'uomo con sistemi robotizzati.Non parliamo di veri e propri Robot autonomi, ma di sistemi che sostituiscono l'uomo in mansioni che prima erano solo eseguibili da esseri viventi.E lo fanno con efficacia.
Il settore di ricerca si chiama Meccatronica con un brutto neologismo ed è una specializzazione della Robotica industriale.

http://it.wikipedia.org/wiki/Meccatronica

http://en.wikipedia.org/wiki/Robotics

L'intelligenza non è solo attuativa ma anche e soprattutto cognitiva.
Riguarda l'abilità di comprendere e classificare le informazioni che provengono da differenti media: un video, un testo, un audio, un sensore di movimento, il web.

Il settore dell'intelligenza artificiale che si occupa di assegnare significato ai dati, di dare senso a qualcosa che è inizialmente un puro dato sensibile totalmente destrutturato, si chiama "Machine Learning". L'apprendimento automatico di una macchina, per dirla in modo brutto. Parliamo di "classificazione" e comprensione della realtà, partendo da dati fortemente poco formalizzati.

Gli algoritmi che vengono utilizzati in streetview (google maps) per cancellare alcuni dati sensibili, come le targe e i volti delle persone, sono algortimi automatizzati. Si fondano su teniche di machine learning. Questo settore ha più di 30 anni di ricerca alle spalle.

http://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza_artificiale
http://it.wikipedia.org/wiki/Apprendimento_automatico

Ma esempi di intelligenza artificiale li trovi anche in internet.
Google basa la propria efficacia nel cercare informazioni non strutturate (così si chiama le informazioni che non stanno su una base dati formalizzzata), su un algoritmo di classificazione, il cui punto forte è il codidetto algoritmo di PageRanking, o GoogleRanking, che è stato prima oggetto di studio universitario, e poi è diventato il principale strumento di ricerca di Google.
Prima della sua introduzione una ricerca in internet era qualcosa di strano ed improbabile.

http://it.wikipedia.org/wiki/PageRank


L'intelligenza artificiale quindi si occupa di capire (Vision, Reasoning, Classification ) e di attuare (Robotic, Mecatronic) ed è in uso tutti i giorni.

Esiste anche il settore della intelligenza artificiale sensoriale che si preoccupa di capire il comportamento umano, il movimento del corpo umano e le sue intenzionalità, rilevando il movimento con sensori inerziali a basso costo.
I campi applicativi sono molti, l'interazione uomo macchina, la fisioterapia e la cura postoperatoria, il ripristino delle funzionalità motorie postraumatiche, che di norma sono effettuate solo da medici e terapeuti altamente specializzati.

http://science-deibaidei.blogspot.com/2009/08/movement-science-capire-che-fa-luomo.html
Ma che possono anche banalmente essere usati per l'interazione con la Wii e la Xbox (Natal) cosa probabilmente più nota (e facile )

http://www.youtube.com/watch?v=6spdtZ6gucw http://www.youtube.com/watch?v=UkSV1rXJ0pU

Ci sono moltissimi altri esempi come ad esempio la macchina che guida da sola (context robotico molto noto nel settore).

http://www.designnews.com/article/772-DARPA_Race_s_Robot_Cars_Could_Benefit_Soldiers_and_Civilians_Alike.php

Quindi in definitiva direi che la risposta alla tua domanda è sì.
Mi spingerei anche un po più in là. Secondo me un giorno arriveremo anche a veri sostituti umani. Macchine capaci di interagire con l'uomo in modo naturale, e che provano emozioni.

http://www.jigoku.it/news/501/kobian-il-robot-che-prova-emozioni/

Ma questa al momento è ancora ... Fantascienza..


Un saluto non automatico... da me :-)

sabato 1 agosto 2009

Movement Science - Capire l'uomo tramite l'intelligenza artificiale sensoriale

Sì, lo so... l'argomento non si presenta come il più affascinante possibile.
In realtà lo è. Coinvolge il rapporto tra informazione e comprensione.
Tra "numero muto" estratto da una macchina senza cuore, e la sua semantica, il significato che ha per noi e per alcuni esseri umani in difficoltà.
In breve si tratta di comprendere la qualità di una informazione inzialmente nuda.
Nello specifico, si tratta di capire che fa una persona che si muove, e come, non in modo astruso e complesso, ma in modo naturale e non invasivo.
E' come cercare di capire cosa un persona dice mentre parla, semplicemente ascoltandola, o capirne le emozioni, semplicemente guardandola in volto.
Le macchine, parrà strano, non sanno fare questo. Non sanno fare cose che per noi sono così naturali e semplici.
Noi ci proviamo invece, nel nostro ambito di ricerca (nel mio, nel dipartimento sono l'investigatore principale per i sensori e la scienza del movimento).
Cerchiamo di far comprendere la liquidità e flessibilità del senso, del capire l'uomo, a macchine che sono dure e binarie nella loro capacità di comprendere la realtà circostante.

Usiamo dei piccoli sensori indossati (wearables) di pochi grammi, posti nei vestiti o nelle scarpe o negli orologi, nelle cinture, o nei dispositivi di supporto protesico: microdispositivi che contengono sensori di tipo inerziale, accelerometri e giroscopi microscopici, che registrano accelerazioni delle parti del corpo e le loro velocità.




Acquisiamo Dinamiche. Movimenti con qualità e forze. Numeri duri, che vanno riempiti di senso.
Dati acquisibili per giorni e giorni e trasmessi via una rete wireless dedicata (zigbee) a server remoti.
O anche solo per pochi secondi in ambiti ambulatoriali assistiti.
E noi le interpretiamo. E le comprendiamo. Ci proviamo.




Le applicazioni sono tante.
Quelle riabilitative Neurologico-Fisioterapiche.
Postoperatorie.
Quelle di supporto all'assistenza Sociale.
Come quelle Sportive. Ma anche... ludiche. O ludico-terapeutiche per i bambini.

Le potenzialità sono molteplici.
Le utilizziamo ad esempio per per monitorare e migliorare gli standard di vita di pazienti anziani, per aiutare nella diagnosi e terapia di bambini con lesioni e traumi, difetti neuro-motori congeniti, o per supportare diagnosi e terapie di pazienti affetti direttamente o indirettamente da severe patologie moto-neurologiche: Alzheimer, Parkinson, patologie otovestibolari, lesioni traumatiche, e Protesizzati.

Ma anche per attività più semplici e leggere, come interfacciare i bambini affetti da lesioni neuro-motorie, ai giochi normali (stile Wii) che permettono di misurare le loro abilità o improntare una terapia ludica, avvalendosi della naturale propensione al gioco che ha tanto valore terapeutico in un bimbo piccolo.






O semplicemente le usiamo per interfacciarci a videogames, per un sano normale passatempo (stile Natal). ;-)
Ovviamente non usiamo solo sensori inerziali, anche videocamere, treadmills, pressure plates; ma quello dei sensori inerziali micrometrici (stardust) su standard di trasporto wireless, è un trend di ricerca molto promettente e innovativo, per la sua naturale applicabilità: fratello maggiore delle applicazioni e ricerche nanotecnologiche.
E' un campo con ricadute benefiche in termini di miglioramento della qualità di vita per centinaia di migliaia persone e famiglie fortemente danneggiate.

E noi siamo al top del top di questo specifico ambito di ricerca. :-)
Siamo ai princìpi di un lungo cammino e abbiamo ottenuto ottimi risultati finora.
Non ne otteniamo nessun ricavo economico da questo.
Siamo guidati esclusivamente da motivi filantropici di ricerca.


sabato 25 luglio 2009

Fondi agli Atenei. In italia fa notizia il banale concetto del merito, incredibile.

La Gelmini dirotta il 7% dei fondi ordinari, assegnandoli secondo i meriti delle Università.

ilsole24ore.com-Gelmini Atenei Virtuosi

Solo il 7%? Mi sembra poco per modificare le attitudini iper-burocratizzanti degli Atenei. Ma è un buon passo in avanti.
Almeno è entrato finalmente in ballo il concetto che i finanziamenti vadano assegnati misurando il merito e che questo abbia qualche cosa a che fare con l'efficienza, e con i risultati didattici e di ricerca.

Mi auguro che non si misuri solo il merito funzionale-occupazionale però, altrimenti la ricerca farà sempre acqua in Italia, come lo fa ora. Acqua nel senso che le teste che già ci sono, non vengono indirizzate verso il meglio.
In Italia a livello studentesco e nel quotidano parlare delle famiglie non ci si rende conto che le Università insegnano ai propri studenti quelli che sono i risulti della ricerca, non quello che si trova scritto nei libri (scritti da chi, se sono argomenti innovativi?). Ed è questo che fa la differenza tra un diploma liceale, una scuola, e una Università. Questo fa la differenza culturale e strategica dell'essere laureati.

La ricerca, e quindi i meriti per ricerca, è il punto della qualità universitaria.


Una nota: secondo il ministero della ricerca noi (Università Milano-Bicocca) in questa classifica siamo stati posizionati come il sesto ateneo in Italia, e siamo il secondo ateneo di Milano (dopo il Politecnico di Milano), e Milano conta moltissimi atenei prestigiosi.
Non male.
Si può fare molto meglio: Bicocca potrebbe essere facilmente il primo o il secondo Ateneo scientifico d'Italia.


St.P.

venerdì 24 luglio 2009

How to copy a thesis?

Enrica Garzilli, specialista di indologia e di studi asiatici accademico di grande valore, si domanda (giustamente) sul suo sito e si "stupisce" alla notizia che esistono laureandi che copiano le tesi dai siti on line.

http://orientalia4all.net/post/how-to-copy-a-thesis?message=Commento+inserito#add_comment

Non esistono più gli studenti di una volta..? ;-)

giovedì 23 luglio 2009

Ma è vero che l'influenza H1N1 ha un tasso di mortalità del 6-7%? 46 milioni di morti ci attendono?


C'è chi parla della nuova influenza come di una pandemia e cita numeri: a seconda delle versioni, il 4% o il 7% per cento degli infetti da virus H1N1 "è deceduto" a causa del virus.
Ipotizzando per amore di discussione il 7% come cifra, se l'intera popolazione si ammalasse, cosa che può capitare per un virus a diffusione aerea come questo, dato che parliamo di 6.7 milardi di persone, significherebbe che in pochi mesi arriveremo ad avere circa 46 milioni di morti?
Il numero di morti causati dall'ultimo conflitto mondiale in 5 anni, per pochi mesi di influenza?
Tanto. Troppo.

Dovremmo correre impazziti di terrore, fare scorte per un anno, chiuderci in casa, staccare il telefono, e invece parliamo pacificamente delle amenità personali di Berlusconi, pianificando tranquille vacanze all'estero, magari in rispettabilissimi paesi dove il virus si sta espandendo a macchia d'olio proprio in queste settimane?
L'epidemia "percepita", non è quella "reale"... o come al solito ci accorgeremo della serietà del problema quando è troppo tardi?

Qualcosa non mi quadra.

Poco convinto dalle opioni generiche e mai precise che sento in rete, cerco di ottenere più informazioni, ovviamente sempre in rete, trovandovi dapprima le cose più stravaganti.
Per trovare informazioni più attendibili mi reco direttamente sul sito della World Health Organization ( WHO-swineflu ) trovandovi molti dati interessanti ma anche piuttosto impressionanti: 88.408 casi confermati di influenza e 737 decessi fino al 22 luglio nell'area panamericana (who-panamerica) , 44.801 casi confermati e 296 decessi negli Stati Uniti (http://flutracker.rhizalabs.com/); e altre informazioni su siti molto interessanti con i relativi dati, grafici e andamenti (http://www.cdc.gov/flu/weekly/) .


Ma per capire cosa significhi un tasso di mortalità così alto, come viene calcolato e perchè, ho cercato altre informazioni che fossero attendibili e scientificamente valide sui virus e i loro vaccini, e il relativo concetto di mortalità e morbilità in una pandemia, trovando prima di tutto una marea di siti di una inquietante quanto improbabile attendibilità, o meglio di una impressionante quanto sfrontata e voluta antiscientificità, contenenti anche in questo caso le informazioni più assurde, o le più verosimili, ma supportate da citazioni scientifiche letteralmente inventate.

Solo per divertici e fare un esempio, uno di questi siti assurdi cita elenchi di ricerche che porterebbero ovviamente come prove "schiaccianti" a supporto delle loro "teorie" citazioni di articoli tratti da riviste autorevolissime (come The Lancet), citazioni che al primo sguardo appaiono poco pertinenti, ad un secondo sguardo generano invece il sospetto di essere inventati (titoli in italiano, in una rivista in lingua inglese?)....
Bè... sono andato a cercarle queste citazioni e questi articoli: non esistono proprio. Riferimenti inventati ad arte.

Oppure si citano fatti "rivelatori" e "rilevantissimi" riferiti a parole espresse da persone e enti autorevoli in articoli o interviste con "tanto di reference" agli stessi, ma seguendo i suddetti link si trovano "broken link" o generici reference a pagine iniziali di siti universitari (solo la home iniziale di qualche buona università: nessun articolo scientifico, nessuna intervista autorevole, niente di niente).

Oh My God, mi verrebbe da dire.

Ho quindi pensato di rivolgermi direttamente alla fonte, ovvero cercare io direttamente le informazioni che mi servono sulle riviste scientifiche (e.g. Thelancet.com) come faccio ogni giorno nel mio lavoro, scoprendo così a mia volta delle amene curiosità. Le ricerche scientifiche in questi settori della medicina recano curiosamente, e spesso, in fondo all'articolo, prima dei canonici reference, dei veri e propri disclaimer a cura dell'editore o degli autori ("conflitto di interesse: l'autore di questo articolo ha lavorato per la glaxosmithkline o è stato consulente per quest'altra bella ditta farmaceutica").
Ok, corretto. Molto Fair e inglese.
Ma c'è bisogno di dirlo? E' come affermare: questo arbitro è un tifoso del Napoli, quindi è ovvio e implicito che sarà poco professionale quando arbitrerà una partita col Napoli?

Io mi inquieterei alquanto, se mi obbligassero a scrivere una cosa del genere in fondo ad un mio articolo scientifico. Sono una persona seria, non mi gioco certo la credibilità professionale per fare una cortesia ad una azienda. Il mio lavoro è essere autorevole e credibile. Se non lo sono, ho smesso di lavorare. Ho perso il mio lavoro.
Vabbè...diciamo che forse è meglio saperlo. Se serve.

Il mondo della ricerca medica è particolare e a volte al limite del scientifico, per motivi lunghi qui da spiegare, quindi ho glissato sulla amenità concentrandomi sui contenuti.
Trovando ben poco di mio interesse, però.

Dopo lunghe richerche comunque alla fine trovo due link e due siti che spiegano bene, a mio parere, il rapporto tra dati epidemiologici e mortalità, in relazione alla loro interpretazione e affidabilità.

Il primo [1] (vedi anche sotto) del sito Virology, che spiega sostanzialmente "quanto" e "se" sono affidabili i dati riportati da uno studio epidemiologico di questo tipo, e "perchè".

Il secondo [2] (vedi anche sotto) che mostra dati alla mano l'andamento della pandemia del virus H1N1 parlando non di "rapporto tra morti e infetti", ma di numero di deceduti per il virus H1N1 rispetto alla popolazione "totale"; indicando in questo "studio", sostanzialmente, che il numero di infetti è in realtà un numero difficile da stabilire, specie su base mondiale (ogni ente ha affidabilità diverse), è quindi più scientifico basarsi su dati oggettivi come il numero di decessi, per influenza da H1N1, pesati sull'intera popolazione e non sul numero di infetti, dato quest'ultimo poco affidabile (affetto da rumore non modellabile, diciamo noi "veri scienziati" :-) ).

Consiglio di leggere il primo articolo, sicuramente più autorevole, breve, e molto interessante.
Del secondo di cui non posso garantire la scientificità assoluta e forse anche l'utilità, faccio solo notare il secondo grafico nella pagina: l'andamento mostra il numero di morti per popolazione: ed è una retta. Una retta su un diagramma semi-logaritmico.
Come molti sapranno, questo andamento che appare "lento", e in leggera crescita, in realtà corrisponde ad un andamento esponenziale su un diagramma normale. Forse non volevano allarmarci e un diagramma logaritmico certamente aiuta a nascondere l'espolosione esponenziale :-)

Ma il fatto è che.. l'epidemia si sta diffondendo, in modo esponenziale.
I morti per influenza ci sono e non sono pochi....

Dobbiamo quindi preoccuparci?
Non è chiaro...

Quindi?
Quindi, chi vivrà vedrà.
E' proprio il caso di dirlo.


Riporto qui i due articoli/siti.

[1] http://www.virology.ws/2009/06/16/how-many-people-die-from-influenza/
[2] http://www.peterosborn.com/pandemic%20(history).htm

st.p.

Google vorrebbe entrare nel futuro, ma ci riuscirà?

Marissa Meyer, vicepresidente Google e "deus ex machina della grande G", ci parla delle tendenze di ricerca negli ambiti dell'Information Retrieval (il "solito" google search).

Semantica e (separatamente) sensori integrati nei gadget, sono le due parole chiave (vedi l'articolo di punto informatico meyer-futuro-del-search-tempo-reale ).

La questione semantica è un vecchio problema, vecchio come il mondo. Mayer ci si tiene prudentemente lontano. "Non andiamo sulla semantica, ma su aspetti che sembrano semantici senza esserlo". Google ha sempre funzionato così, e in effetti l'approccio è corretto. Il metodo attuale di ricerca che è fondato sul ranking (popolarità) dei link, non è semantico e - come tutti sappiamo - funziona.

Ma non si può sempre procedere così, purtroppo. Uno dei punti deboli di Google Search in questo momento è ad esempio la ricerca sulle immagini: nell'azienda di Cupertino stanno cercando di introdurre timidamente metodi diversi di aggregazione delle immagini, ad esempio usando un algortimo di ricerca per similarità. Funziona a volte. A volte no. (prova: similar-images.googlelabs.com )
Le ragioni sono molte, e in un articolo separato avrò l'occasione di indicare come e perchè capita questo e cosa si intende per ricerca semantica e ricerca non semantica.

Interessante anche osservare che Microsoft con Natal (ma anche in Windows 7), la Nintendo con Wii, ma anche Google si siano accorti e pongano l'accento sull'uso di sensori per interagire in modo elettivo con una macchina.

Sensori e semantica sono il punto su cui noi ( Motion Studio Project (*) ) lavoriamo da due anni ormai, anticipando questo trend e questa visione. E in effetti molte cose si possono dire e fare in merito, ma vorrei soffermarmi su un punto.

I sensori, certi sensori, come quelli indossabili, hanno un pregio: possono catturare il tipo, l'attitudine, le caratteristiche, il mood e le specificità personali del comportamento o del movimento umano. Il tipo, la qualità e il modo di interagire.
A differenza del passato qui è la macchina, il computer, che dai segnali ricavati dai sensori, indossati o nell'ambiente, deve comprendere il comportamento della persona e agire: non l'uomo che deve apprendere l'uso di un device (la tastiera, il mouse, etc.) e di un artefatto (i comandi, le finestre, i menù, un linguaggio di programmazione o scripting) per interagire con la macchina. Spesso alle sue condizioni.

Ma quando si parla di capire il comportamento di una persona a partire dai dati letti da un sensore, in modo intelligente e automatico, si parla forzosamente di machine learning e... di semantica. E qui sono i leoni.

Benvenuta nel problema, Google :-)
E benvenuta nel futuro.

St.Pinardi

(*) Diritti riservati

lunedì 26 gennaio 2009

Pubblicato (rivista Oxford Journal)

Bè Oxford è sempre stato uno dei miei miti. ;-) Dopo il MIT e assieme ad Harvard.
Abbiamo pubblicato. Anche Lì. ,-)

http://comjnl.oxfordjournals.org/cgi/content/abstract/bxn074?ijkey=TpQziXzRsCNErce

Tip

SM