venerdì 30 ottobre 2009

Facebook Site Governance, la solita presa in giro.

E' in vista la solita "rivoluzione" su FaceBook (FB). Cambiano una inezia, e ti danno ben 7 gg per decidere quale innovazione esiziale preferire.
E naturalmente non si riesce a votare. Se qualcuno riesce a inserire commenti, è il benvenuto. Io non ci riesco. La solita foglia di fico di Facebook.

http://www.facebook.com/home.php#/fbsitegovernance?ref=nf


Qualche tempo fa Mark Zuckerberg, il "padre padrone" del noto sito di social network Facebook, è stato accusato dai suoi FB-ari di prendere decisioni unilaterali sull'organizzazione del sito, senza consultare i suoi appartenenti.
Per non apparire un dittatore assoluto, ma solo uno illuminato, ha emanato la carta dei diritti, un insieme di ovvietà già regolamentate dagli usi di internet, e dalle leggi
da almeno un decennio, che naturalmente non contempla nessun diritto per chi sta su FB ma solo una serie di doveri "civili" reciproci o verso il sito FB.

Non chiederti cosa deve fare FB per te (niente), ma chiedeti cosa tu devi fare per FB (tutto).

J.F. Kennedy insegna come essere veri leader, e Zuckerberg si adegua.

FB si conferma nella sua linea: anche oggi appare un messaggio, che invita a votare un cambiamento di norme. Oltre a non essere chiaro che tipo di cambiamento sia, dato che si presentano innumerevoli articoli senza spiegare la differenza ex post (il prima e il dopo), oltre a questo - dicevo - si nota in modo chiaro che queste norme trattano solo della scrittura di quanto è già in atto. Cioè trattano della certificazione dello stato di fatto.

Quindi, che cosa dovremmo votare Zuckermann? L'ovvio?

Sentitamente,
dott. S.Pinardi

Ancora sull'influenza A (detta Suina e scopriremo perchè)

L'influenza A miete vittime anche illustri: la nostra intelligenza.

E' un fatto che in Italia si stia diffondendo la temutissima influenza A, volgarmente detta "Suina" perchè trasmessa inizialmente dai suini all'uomo in Messico.
Lo dimostrano anche le ricerche su Google, relative alla parola influenza, per quanto si stanno intensificando in Italia (vedi sotto).

Il fatto è che in realtà al momento si contano circa 3-4 casi di decessi in tutta Italia, tutti in soggetti già fortemente compromessi da patologie molto gravi. Questo purtroppo è un effetto di tutte le influenze, che noi fingiamo di ignorare, ma - ahimè - molto noto. Un banale virus in un paziente post-operato, o in rianimazione, o con una insufficienza renale grave hanno purtroppo esiti gravi.

Finora invece il tasso di mortalità dell'influenza A è ben al di sotto delle medie stagionali di tutte le normali influenze, per fortuna. Sembra quindi che l'unica vittima , sia stata la credulità.

A luglio 2009 (quattro mesi fa) si parlava in modo allarmato di una incidenza di mortalità del 6-7% (!). Un numero impressionante, dato che si ammala circa il 30% 40% della popolazione. Parlare del 7% significa indicare qualcosa come 160 milioni di persone decedute a livello mondiale, e 7 milioni di persone nella solo Europa, che sarebbero decedute per l'influenza A (allora chiamata solo influenza Suina).
Questo a me suonava incredibile già a luglio, cosa che stigmatizzavo su questo sito (vedi qua).
Chiedevo conferme misurabili.

La conferma è arrivata, muoiono addirittura meno persone che per una normale influenza.
Forse di Suino non c'è solo l'influenza.
Quindi, perchè queste previsioni?
Leggete l'articolo di luglio e vi troverete qualche indizio.





.

lunedì 26 ottobre 2009

La solita bufala. C'è un Robot e un Asino. Uno dei due lavorava alla Nasa.

C'è sempre qualcuno che dice di aver costruito il computer intelligente, il Robot, l'animale da compagnia meccanico intelligente, il dispositivo che parla, dà la mancia, e discute di sport... e ce l'ha in casa, naturalmente.

Spiace vedere che anche Wittgenstein abbocchi all'amo, citando un articolo di Wired.
http://www.wittgenstein.it/2009/10/26/abbiamo-solo-bisogno-di-spazio/#more-17389

Quella dei Robot che si avvicinano alle luci o vi si allontanano come falene intelligenti, è più o meno come la storia dell'alligatore gettato nel water che ora vive nelle fognature di NY. Una leggenda per abbocconi (per chi abbocca).
Si può giocare con le luci e i Robot, è vero, ma ... "cui prodest", anzi "who cares", che c'entra: di certo non è un esempio di cibernetica applicata .

Al momento
i Robot non sono in grado di fare neppure un milionesimo di quanto si vorrebbe da loro. Parlare di un dispositivo intelligente che sostituisce l'uomo, lo supporti nella deambulazione, colloqui dei Boston Reds, possa fare la spesa, e dare la mancia... che dire?
Che gli asini volano, Signori...?
Non ci credete? Ne ho uno in casa.

P.S.
E uno ha volato anche nello spazio, pare... forse era l'asino di James Tiberius Kirk.

Ta taaaaa tatata taaaaa....(guardate l'invitante video qua sotto)


sabato 17 ottobre 2009

Dialoghi notturni. Come si evolverà l'informatica?



Parlando "tra noi", su Orientalia4all, di come Google Flu Trends possa prevedere gli andamenti epidemiologici dell'influenza, e della relazione tra intelligenza sociale e computer science... (emendata degli errori di stampa notturni):

7.Stefano / The Catcher il 14 ott 2009 alle 01:33

Funny! [Google Flu Trends] ;-)

"perché preoccuparsi delle stime derivanti dalle query di ricerca aggregate? La sorveglianza tradizionale dell'attività influenzale è molto importante, ma gran parte delle agenzie del settore sanitario si concentra su un singolo Paese o regione e aggiorna le proprie stime solo una volta alla settimana. Google Trend influenzali è attualmente disponibile per vari Paesi e regioni del mondo e viene aggiornato quotidianamente, quindi rappresenta uno strumento complementare a questi sistemi esistenti. "

La computer science è sociale, come sostengo da tre anni in dipartimento, ma nessuno "me la si fila" dato che sono tutti "ingegneri" (sinonimo di mentalità narrow?).

9.Boh/orientalia4all il 14 ott 2009 alle 11:49
Stefano, sociale ma compartimentalizzata. Non dirmi che chi si occupa di diagrammi di flusso fa un lavoro sociale, anche se il prodotto finale lo è. E' solo l'uso che è sociale.

10.Stefano / The Catcher il 16 ott 2009 alle 01:33
Mmm ok…. su questo potremmo aprire la tavola rotonda che propone Diego :-)

Lo dico così: io credo che il futuro dell'informatica, la strada economica e lavorativa dei futuri informatici (me compreso), sia di rendere l'informatica flessibile come l'uomo, flessibile all'uomo. L'intelligenza artificiale dovrà essere più sociale che meccanica. Se ne vedono bagliori ancora "in nuce" in alcuni servizi come i motori di ricerca di Google.

Google con un semplice valore di misura sociale dell'informazione (il Page Ranking) ha trasformato i vecchi e "stupidi" motori di ricerca in uno strumento assolutamente flessibile e aperto alle nostre esigenze.

Questo è un esempio.

Sul mio sito puoi vedere, indicati male causa lo spazio e i limiti del mezzo, i principi di quella che chiamo un'altra forma di Intelligenza. L'Intelligenza Sensoriale, una forma di Reality Mining (come piace chiamarla al M.I.T.), volta a comprendere il comportamento umano (il movimento del corpo), interpetando i segnali emessi da sensori (inerziali) indossabili.

In questi ambiti dove non ci sono modelli, strutture, dati, basi-di-dati (i.e. modelli), testo, protocolli, ma solo il corpo e il segnale generato, un segnale che ha l'aspetto simile, per capirci, ad una scrittura a mano libera schizzata su un foglio, senza parole... in questo contesto è la macchina che deve adeguarsi all'uomo e farsi intelligenza.
I casi applicativi di questa ricerca sono tantissimi: dalla Wii alla identificazione di patologie motorie, alla cura sociale della persona.

Questo è la direzione che l'informatica ha intrapreso: diventare Intelligenza.
L'intelligenza ha un alto valore "economico", ovvero ambientale (oikos) e sociale.

E' quindi il valore emergente della teoria dell'informazione. Quello che tenderà a coprire tutti gli altri valori informativi (dati protocolli programmi).

Vabbè sono diventato sentenzioso e …. noioso. Digressione professionale. Scusate… poi mi passa :-)

11.Boh/orientalia4all il 16 ott 2009 alle 11:26
Stafano, da moltissimi anni, da quando ho preso un Master in in


Stefano, da moltissimi anni, da quando ho preso un Master in informatica alla fine degli anni Ottanta, si studiano il LISP, l'intellgenza artificiale e le sue applicazioni. Con tutte le variabili che ogni intelligenza ha. A parte che sia benissimo che le intelligenze vere hanno variabili non tutte prevedibili, e più l'intelligenza artificiale è intelligente più dovrebbe avvicinarsi a questa imprevedibilità dell'intelligenza vera (il che non è possibile, perché anche l'imprevedibilità in un computer è basata su un insieme di cose previsite o prevedibili, e comunque su dati che mettiamo noi in una macchina), ma a parte questo, dicevo, che c'entra col fatto che non tutto, in una macchina come il computer, è social?

12.Stefano / The Catcher il 17 ott 2009 alle 03:42

Ok questo meriterebbe un approfondimento… domani magari (troppo sonno stasera).
Diciamo "in breve" che
non esistono solo gli approcci linguistici.
Lisp è linguaggio. Il linguaggio è reasoning.

La realtà e l'intelligenza non sono "reasoning", ma altro.

Mi spiego con un esempio.
Quando tu sali le scale di casa, non pianifichi la soluzione. Non ci sono catene di scelte. E' un movimento fluido, acquisito e inconscio.

L'intelligenza è questo. Non pensare e pianificare, come un meccanismo, ma percepire, intuire.
La base è questa.


Il primo atto di intelligenza superiore, po,i credo sia il risultato di una selezione evolutiva.
L'uomo per sopravvivere non si muove per meccanismi, ma soprattutto comunica e interagisce coi propri simili e a questo deve la propria sopravvivenza. Noi non ci relazioniamo con altra realtà se non quella antropologica. L'uomo è animale sociale, diceva qualcuno (Aristotele, tra gli altri).
L'uomo ha imparato prima a capire il bene e il male, chi è sottile, chi mente, chi si vanta, chi parla a vanvera dei propri simili.
E nella capacità di capire queste cose sta la nostra reale abilità di sopravvivenza.

L'intelligenza sociale (il linguaggio deriva da questa forma di intelligenza) è - io credo - quella che per prima si è sviluppata. Quella che ci ha fatto separare dagli animali. Non la logica in senso meccanicistico, ma la logica sociale.

E, ironia della sorte per una società maschilista, io credo che sia proprio l'intelligenza femminile che sia nata per prima. La donna ci ha separato dalla bestia, non l'uomo. La donna ci ha regalato l'intelligenza. Quella abile nel comunicare, nel capire il prossimo, nel comprendere le sfumature.

Sulle basi di questa intelligenza vera e complessa, poi, in senso filogenetico è nata l'intelligenza meccanica ragionativa. Su queste solide basi. Non viceversa.

Per migliaia di anni si è ritenuto il contrario, che la logica rappresenti l'intelligenza.
Quindi il reasoninig, i linguaggi, il lisp. E che la macchina deve imitare l'intelligenza sintattica, ingegneristica, matematica per farsiintelligente.
Io credo sia una bufala. Un errore storico.
L'intelligenza è capire che chi ti vende zafferano ti sta fregando sul prezzo.
Che tizio si vanta di una amicizia con un potente che in realtà non detiene.
Che quando una donna dice forse intende sì. Forse.

L'intelligenza è sottile. Adattiva. Profonda.
Il lisp non lo è, per dirne una.
L'intelligenza viene dalla capacità di adattarsi alla realtà in modo "femminile" sottile e sofisticato. Dalla capacità di capire la complessità del rapportarsi sociale.
Del rapportarsi tra individui che sono sofisticati, non meccanici, sottili, a volte menzogneri…

Credo che il trend di ricerca sull'intelligenza artificiale si stia spostando in questa direzione, verso l'intelligenza che si flessibilizza, che parte dal senso e dalla realtà-
Il social computing è uno dei campi di ricerca che forzosamente si deve piegare a queste regole ed esplorare l'intelligenza sociale.

Ma non è l'unico campo. Un altro è quello su cui lavoro io, per citare qualcosa che conosco. E dico "su cui lavoro" e non "in cui lavoro" perchè non si può lavorare "in" un settore che si sta creando, ma si può lavorare "per" crearlo. Ma qui il discorso si allunga… e si fa più specifico.. ;-)

Emersione dell'informazione nei giornali on line, oggi.

Come fa l'Huffington Post? Si danno due versioni della stessa informazione, si mostra ad alcuni utenti una versione, ad altri l'altra. Dopo 5 minuti, un tempo sufficientemente lungo per un sito molto frequentato, la versione più cliccata vince e diventa il gold standard della notizia, da proporre a tutti.

Non esiste più l'oggettività, solo la plasticità?
Effetto democrazia. O effetto caduta vendite dei giornali USA.

From direct mail to web design, A/B testing is considered a gold standard of user research: Show one version to half your audience and another version to the other half; compare results, and adjust accordingly.

So here’s something devilishly brilliant: The Huffington Post applies A/B testing to some of its headlines. Readers are randomly shown one of two headlines for the same story. After five minutes, which is enough time for such a high-traffic site, the version with the most clicks becomes the wood that everyone sees.

http://www.niemanlab.org/2009/10/how-the-huffington-post-uses-real-time-testing-to-write-better-headlines/

mercoledì 14 ottobre 2009

Google trova un modo di prevedere gli andamenti influenzali. (Gosh!)

Google trova il modo di stupirci un po', trovando relazioni nascoste nei propri dati, e mettendole in linea su Google Flu Trends, la pagina di Google che mostra le stime dell'influenza basate sull'andamento delle ricerche che gli utenti fanno su Google.

Google si chiede: "è possibile partire dalle query di ricerca per arrivare a delineare un modello attendibile dei fenomeni che si verificano nella realtà?". Pare proprio di sì.

I ricercatori di Google hanno notato che gli andamenti delle query di ricerca sull'influenza e gli andamenti influenzali stessi - secondo i dati forniti dai centri di sorveglianza nazionale - sono correlati in modo positivo, sono sovrapponibili (vedi qua).

Ovviamente il vantaggio risiede nel fatto che le stime basate sulle query sono quasi in tempo reale, mentre i report forniti dai centri di sorveglianza nazionali sono al più settimanali, anche nei casi più gravi, come l'influenza di tipo A. In casi di pandemie pericolose, il metodo-Google sembra più efficace per comprendere e prevenire in tempo reale gli andamenti di diffusione di una malattia altamente infettivante.

Ed ora basta dire che l'informatica è "solo materia da tecnonerd" ;-)

P.S.
Trovato sul sito Orientalia4all dell'ottima Enrica Garzilli di cui riporto anche il commento finale. [Ci sono quasi tutte le nazioni ma non la nostra] "Se non fosse che non c'è neanche la Gran Bretagna mi verrebbe da pensare che in Italia i dati siano irrelevanti, come nei paesi del digital divide."
Temo che tu abbia ragione, Enrica. Siamo terzomondizzati anche nel digitale.

sabato 10 ottobre 2009

Anche gli uomini sono esigenti, prima di un appuntamento.

Sono stati effettuati molti studi sul comportamento umano, e molti anche sul comportamento che i due sessi tengono durante i cosiddetti "speed dating".

Lo speed dating, per chi non lo sapesse, è un evento di socializzazione "veloce" e volontaria in cui gli uomini di norma si trovano a dover saltare da un tavolo all'altro, sostenendo una breve conversazione di pochi minuti con una donna, allo scopo di riuscire ad ottenere un secondo appuntamento (lui o lei, il gioco è paritetico), una seconda chanche di incontro, chiaramente per un periodo di tempo più lungo e in un altro contesto (magari più normale).

In queste occasioni di socializzazione indotta, dove i soggetti di entrambi sessi si sottopongono volontariamente (e magari anche felicemente) ad un impietoso, veloce, ed impreciso esame, le donne hanno dimostrato di essere molto più schizzinose degli uomini, quando si trattava di scegliere se arrivare al secondo appuntamento.

Le donne "devono" essere schizzinose - si sostiene di solito secondo una troppo ripetuta, e malinterpretata, teoria evoluzionista - perché devono investire di più nella loro progenie.

Ma quando i ricercatori hanno provato ad effettuare un semplice scambio di ruoli, in cui le donne si trovassero a dover saltare di tavolo in tavolo, mentre gli uomini se ne stavano tranquillamente seduti, i due sessi improvvisamente diventano altrettanto selettivi e schizzinosi.
Evidentemente le norme sociali e gli indizi fisici giocano un ruolo ancora molto sottovalutato, nella scelta del compagno.

Sapendo questo, su quale lato del tavolo partecipereste ad uno speed dating? ;)

Per saperne di più: il numero di ottobre di Psychological Science (fonte :
Scientific American)

Americas Goes to the Moon (again).

Gli Stati Uniti stanno progettando di tornare sulla luna.
Un passo necessario per prepararsi al balzo verso Marte.
Chissà che Obama, a proposito di premi Nobel, non dia un impulso reale al programma.
Le ricadute tecnologiche del programma spaziale americano negli anni 60'-70' hanno avuto un impatto sull'economia e sulla nostra cultura impressionante.
Pensate che sarebbe della nostra vita, il poter emigrare su Marte e colonizzare un intero nuovo mondo?

Una ripresa ce l'auguriamo anche perchè attualmente il programma spaziale Nasa è noioso come una partita di curling parlata in svedese stretto.
L'evento del mese è bombardare la luna con un satellite lanciato a 5600 miglia orarie.
(vedi qua , anzi per favore risparmiatevi la visione)

Notate la direzione del programma di volo: l'ufficietto stile "retro di un garage che vende ferramenta", gli schermi piatti - gli stessi che posso comprare io al MediaWorld e gli stessi PC - i mobili stile "IKEA", e l'entusiasmo travolgente dei partecipanti (uau!). La Luna pare abbia sbadigliato per la noia. Come non capirla.

Ben diverso da quegli intrepidi avventurieri che riuscirono a portare un uomo sulla luna il 21 luglio 1969, in nome di tutta l'umanità. La stessa gente che per salvare l'Apollo 13 in panne, la terza missione sulla luna, ricalibrò l'impianto della cabina testandolo su una copia esatta presente a terra, progettò la costruzione a mano di un filtro per rigenerare l'ossigeno dalla CO2 in eccesso, usando solo pezzi di recupero presenti sul missile in fase di rientro; mentre gli astronauti a bordo, privi dei propulsori, modificavano la traiettoria del missile con l'unico razzo presente non progettato allo scopo, quello del LEM, guidando a mano il modulo e calcolando con carta e penna la traiettoria di rientro. Casualties: zero.

Mamma mia, che differenza!

http://en.wikipedia.org/wiki/Apollo_13

(Un ex fan-bambino del programma spaziale kennediano)



P.S.

Quanto tempo ci vuole per entrare in orbita?
Poco meno di tre minuti.
Una visione del decollo da un satellite "moderno" (saltate i primi 30 secondi)


martedì 6 ottobre 2009

Flatland, the above, e la quarta dimensione

Carl Sagan (Astronomo e scrittore di fantascienza) "spiega" la quarta dimensione partendo dalle due dimensioni, con una "buffa" digressione su Flatland.
(In inglese)


Have you ever considered how a four-dimensional being would appear to you if it suddenly came into your room?

Think of it this way. Consider a two-dimensional world resembling a sheet of paper. How would you appear to the inhabitants of such a world if you tried to interact with with them? The 2-D creatures would only see cross-sections of you as you intersected their universe. Your finger would look like a flat disc that grew in size as you pushed it through their world. Your five fingers might looked like five separate circles. They would just see irregular shapes with skin boundaries as you entered their world. Similarly, a hyperbeing who lived in the fourth dimension would have a cross-section in our space that looked liked a bunch of skin blobs.

A 4-D being would be a god to us. It would see everything in our world. It could even look inside your stomach and remove your breakfast without cutting through your skin, just like you could remove a dot inside a circle by moving it up into the third dimension, perpendicular to the circle, without breaking the circle.

A hyperbeing can effortlessly remove things before your very eyes, giving you the impression that the objects simply disappeared. The hyperbeing can also see inside any 3-D object or life form, and if necessary remove anything from inside. The being can look inside our intestines, or remove a tumor from our brain without ever cutting through the skin. A pair of gloves can be easily transformed into two left or two right gloves. And 3-D knots fall apart in the hands of a hyperbeing, much as a 2-D knot (a loop of string lying on a plane) can easily be undone by a 3-D being simply by lifting the end of the loop up into the third dimension.

Hypercube: is a Cube in four (or more) dimensions.

sabato 3 ottobre 2009

Angoli alla circonferenza


Dati due cerchi tangenti, chiamo il punto di tangenza T.
Traccio la retta tangente ai due cerchi, e chiamo i punti di tangenza A e B.

Thesi: Dimostrare che l'angolo ATB è retto.

Accenno di dimostrazione. Manca un pezzo.
Una premessa non è dimostrata. Quale?

(cliccando sulla foto, si ingrandisce)






P.S. per i matematicamente scettici e gli anti-Euclidei un video.
Da sentire mentre si pensa alla soluzione, o si prepara il minestrone della cena.
Il minestrone che sia di verdure, mi raccomando. E' di stagione, ed è dietetico.




venerdì 2 ottobre 2009

Residui iconografici, dove cominciò la storia.

Siamo nel 1997, un nuovo Ateneo viene fondato a Milano: l'università di Milano-Bicocca, prima polo, poi nel giro di qualche mese Ateneo a se stante.

Sfogliando la rete, per caso incappo in un residuo iconografico, una pagina web evidentemente abbandonata a sè stessa, di quel periodo, scritta proprio da un mio collega di allora. Un autorevole personaggio dell'IT oggi.

http://www.stefanopisati.net/MLAB_History.htm

A parte la curiosità: ritrovare una pagina abbondanata da dieci anni che parla di cose che conosciamo personalmente, è come trovare un vecchio guanto in un cassetto di quando si faceva la comunione. O una vecchia foto di quando si era piccoli con il nonno o i compagni di scuola.
La grafica del sito è eloquente, siamo nel periodo naif dell'Internet story. Prima che inventassero il wifi, prima che inventassero Second Life, prima che inventassero Google, Yahoo era un portale e l'unico motore di ricerca assieme ad Altavista, i primi cellulari non analogici giravano, esisteva la Omnitel e non la vodafone, non esisteva l'Adsl e a casa pochi avventurosi usavano modem costosi, che funzionavano a pochi kappa al secondo (contro le molte centinaaia di kbps di oggi).


Ma non è per questo che riporto: lo scrittore del sito scrive qui una cosa che mi riguarda: dove "cominciò" la storia. La mia e la sua personale, la storia del dipartimento e dell'ateneo come sfondo. Mlab oggi è il laboratorio di ricerca Nomadis (Wireless Sensor Network, Movement science e mobilità). Pisati il primo collaboratore di Bisiani a Milano, oggi è uno dei maggiori consulenti di security italiani e esteri.

E i "giovani baldi" dell'MLAB siamo io e altri che ancora lavorano in Biccocca o in dipartimento, o leggono questo sito. Il termine giovani era bonariamente ironico dato che Pisati era giovane anche più di noi. Ma già un fuoriclasse.

Prima che scrivessi libri, entrassi per la prima volta in un aula universitaria ad insegnare sistemi operativi windows e dot Net, prima che mi certificassi, che facessi decine di progetti, che lavorassi all'estero, prima di fare il dottorato e tanto tanto altro.

Il dipartimento di informatica allora aveva solo tre ordinari. E tre laboratori.
Noi "giovani baldi", facevamo letteralmente anche da segreteria studenti.
Rispondevamo alle domande, davamo le guide.
Ci conoscevamo tutti tra noi, compreso il rettore. Non esisteva burocrazia.
Era una realtà nuova e molto grande.


Oggi siamo l'Ateneo "multipurpose" migliore di Milano secondo i parametri MIUR e il più popolato. E uno dei sei migliori di Italia in assoluto.

Merito anche nostro, del nostro lavoro: di migliaia di ore di lavoro spese a creare una intera facoltà che oggi conta più di 30.000 studenti, partendo dal nulla. Una delle esperienza più belle della mia vita, e tuttora in corso.
E' una cosa che non capita spesso di contribuire a costruire un grande Ateneo in una grande città internazionale, partendo "from scratch" dal nulla. E dal basso
.

E non posso non notare i toni con cui anche Stefano (Pisati), già allora, parlava del mio capo, il prof. Roberto Bisiani. E' una persona eccezionale Roberto. Un uomo capace di valorizzare il lavoro dei propri collaboratori in modo straordinario e un ricercatore di grandissima inteligenza.
Una fortuna conoscerlo e incontrarlo, prima come uomo poi come ricercatore e professore.
Larger Than Life.

giovedì 1 ottobre 2009

Errore fatale? Ma non scherziamo.

Prendendo spunto dall'episodio di ieri, del Medico che esercitava la professione da 19 anni senza una Laurea, leggo il commento del portavoce dell'Ospedale...

[..] "era stimatissimo" da tutti. Ma "rimane il fatto, tristissimo, che non si puo' svolgere una professione senza i necessari titoli accademici. Questa e' una truffa", conclude.

...che mi rammenta una cosa: che, invece, svolgere la professione dell'Informatico senza possedere titoli accademici, e' stranamente lecito.

Si vede che causare un disastro con perdite di vite umane perchè il software è insidiosamente errato, non è altrettanto grave.

E il non possedere dentro un ospedale una struttura informatizzata che in 19 anni, non sia stata in grado di verificare che un proprio dipendente non avesse la laurea in Medicina, come si vede non è un problema.

La stessa struttura informatizzata gestisce di norma anche informazioni critiche, come le cartelle clinche, e sapete che può succedere se si fanno errori con le cartelle, anzichè con le scartoffie? Un'importante e rilevantissima causa di morte negli ospedali negli Stati Uniti è data proprio dallo scambio di identità (cioè un errore informativo), dalla non corretta identificazione del paziente. ( vedi anche http://www.annals.org/cgi/content/full/144/7/510 )
Ho citato gli Stati Uniti non perchè in Europa non ci sia questo problema, ma semplicemente perchè non ci sono neppure studi approfonditi al proposito. Quindi può essere che in Europa, la situazione sia anche peggiore che negli Stati Uniti.

Non lo sapevate? Ora lo sappiamo.
Ma... chiunque può esercitare la professione dell'Informatico, anche senza un titolo accademico.
Di che vi lamentate...

P.S.
Ma se uno ha buone entrature, anche se non ci capisce una mazza di informatica professionale, può sempre farsi dare una buona commessa per costruire un portale come "Italia.it" , il portale più controverso e improbabile del settore.

http://www.beppegrillo.it/2008/05/le_tre_i.html

Tip

SM