Sì, lo so... l'argomento non si presenta come il più affascinante possibile.
In realtà lo è. Coinvolge il rapporto tra informazione e comprensione.
Tra "numero muto" estratto da una macchina senza cuore, e la sua semantica, il significato che ha per noi e per alcuni esseri umani in difficoltà.
In breve si tratta di comprendere la qualità di una informazione inzialmente nuda.
Nello specifico, si tratta di capire che fa una persona che si muove, e come, non in modo astruso e complesso, ma in modo naturale e non invasivo.
E' come cercare di capire cosa un persona dice mentre parla, semplicemente ascoltandola, o capirne le emozioni, semplicemente guardandola in volto.
Le macchine, parrà strano, non sanno fare questo. Non sanno fare cose che per noi sono così naturali e semplici.
Noi ci proviamo invece, nel nostro ambito di ricerca (nel mio, nel dipartimento sono l'investigatore principale per i sensori e la scienza del movimento).
Cerchiamo di far comprendere la liquidità e flessibilità del senso, del capire l'uomo, a macchine che sono dure e binarie nella loro capacità di comprendere la realtà circostante.
Usiamo dei piccoli sensori indossati (wearables) di pochi grammi, posti nei vestiti o nelle scarpe o negli orologi, nelle cinture, o nei dispositivi di supporto protesico: microdispositivi che contengono sensori di tipo inerziale, accelerometri e giroscopi microscopici, che registrano accelerazioni delle parti del corpo e le loro velocità.
Acquisiamo Dinamiche. Movimenti con qualità e forze. Numeri duri, che vanno riempiti di senso.
Dati acquisibili per giorni e giorni e trasmessi via una rete wireless dedicata (zigbee) a server remoti.
O anche solo per pochi secondi in ambiti ambulatoriali assistiti.
E noi le interpretiamo. E le comprendiamo. Ci proviamo.
Le applicazioni sono tante.
Quelle riabilitative Neurologico-Fisioterapiche.
Postoperatorie.
Quelle di supporto all'assistenza Sociale.
Come quelle Sportive. Ma anche... ludiche. O ludico-terapeutiche per i bambini.
Le potenzialità sono molteplici.
Le utilizziamo ad esempio per per monitorare e migliorare gli standard di vita di pazienti anziani, per aiutare nella diagnosi e terapia di bambini con lesioni e traumi, difetti neuro-motori congeniti, o per supportare diagnosi e terapie di pazienti affetti direttamente o indirettamente da severe patologie moto-neurologiche: Alzheimer, Parkinson, patologie otovestibolari, lesioni traumatiche, e Protesizzati.
Ma anche per attività più semplici e leggere, come interfacciare i bambini affetti da lesioni neuro-motorie, ai giochi normali (stile Wii) che permettono di misurare le loro abilità o improntare una terapia ludica, avvalendosi della naturale propensione al gioco che ha tanto valore terapeutico in un bimbo piccolo.
O semplicemente le usiamo per interfacciarci a videogames, per un sano normale passatempo (stile Natal). ;-)
Ovviamente non usiamo solo sensori inerziali, anche videocamere, treadmills, pressure plates; ma quello dei sensori inerziali micrometrici (stardust) su standard di trasporto wireless, è un trend di ricerca molto promettente e innovativo, per la sua naturale applicabilità: fratello maggiore delle applicazioni e ricerche nanotecnologiche.
E' un campo con ricadute benefiche in termini di miglioramento della qualità di vita per centinaia di migliaia persone e famiglie fortemente danneggiate.
E noi siamo al top del top di questo specifico ambito di ricerca. :-)
Siamo ai princìpi di un lungo cammino e abbiamo ottenuto ottimi risultati finora.
Non ne otteniamo nessun ricavo economico da questo.
Siamo guidati esclusivamente da motivi filantropici di ricerca.
sabato 1 agosto 2009
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