lunedì 21 settembre 2009

Le macchine sostituiranno l'uomo?

Leggo su answer yahoo una domanda (la riduco un po' per brevità e chiarezza) a cui non posso non sentire l'impulso di rispondere.

"Secondo voi le macchine sostituiranno l'uomo?
Col passare del tempo il bagaglio culturale e ingegneristico sta aumentando così da permettere ai futuri studiosi di acculumare conoscenza atta alla di progettazione alla realizzazione di macchine "pensanti". Questo porterà a consolidare conoscenze che porteranno a sotituire l'uomo nelle sue attività?"


Approfitto quindi per rispondere direttamente su yahoo.answer e riporto qua :

Parzialmente sì. Forse non nelle espressioni più profonde umane, ma in senso attuativo, il cambiamento e l'introduzione di sistemi intelligenti è già profondamente in corso e difficilmente si arresterà.

Ci sono molti esempi, oltre a quelli da te citati della catena di montaggio.
Come molti sanno le industrie hanno già parzialmente sostituito l'uomo con sistemi robotizzati.Non parliamo di veri e propri Robot autonomi, ma di sistemi che sostituiscono l'uomo in mansioni che prima erano solo eseguibili da esseri viventi.E lo fanno con efficacia.
Il settore di ricerca si chiama Meccatronica con un brutto neologismo ed è una specializzazione della Robotica industriale.

http://it.wikipedia.org/wiki/Meccatronica

http://en.wikipedia.org/wiki/Robotics

L'intelligenza non è solo attuativa ma anche e soprattutto cognitiva.
Riguarda l'abilità di comprendere e classificare le informazioni che provengono da differenti media: un video, un testo, un audio, un sensore di movimento, il web.

Il settore dell'intelligenza artificiale che si occupa di assegnare significato ai dati, di dare senso a qualcosa che è inizialmente un puro dato sensibile totalmente destrutturato, si chiama "Machine Learning". L'apprendimento automatico di una macchina, per dirla in modo brutto. Parliamo di "classificazione" e comprensione della realtà, partendo da dati fortemente poco formalizzati.

Gli algoritmi che vengono utilizzati in streetview (google maps) per cancellare alcuni dati sensibili, come le targe e i volti delle persone, sono algortimi automatizzati. Si fondano su teniche di machine learning. Questo settore ha più di 30 anni di ricerca alle spalle.

http://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza_artificiale
http://it.wikipedia.org/wiki/Apprendimento_automatico

Ma esempi di intelligenza artificiale li trovi anche in internet.
Google basa la propria efficacia nel cercare informazioni non strutturate (così si chiama le informazioni che non stanno su una base dati formalizzzata), su un algoritmo di classificazione, il cui punto forte è il codidetto algoritmo di PageRanking, o GoogleRanking, che è stato prima oggetto di studio universitario, e poi è diventato il principale strumento di ricerca di Google.
Prima della sua introduzione una ricerca in internet era qualcosa di strano ed improbabile.

http://it.wikipedia.org/wiki/PageRank


L'intelligenza artificiale quindi si occupa di capire (Vision, Reasoning, Classification ) e di attuare (Robotic, Mecatronic) ed è in uso tutti i giorni.

Esiste anche il settore della intelligenza artificiale sensoriale che si preoccupa di capire il comportamento umano, il movimento del corpo umano e le sue intenzionalità, rilevando il movimento con sensori inerziali a basso costo.
I campi applicativi sono molti, l'interazione uomo macchina, la fisioterapia e la cura postoperatoria, il ripristino delle funzionalità motorie postraumatiche, che di norma sono effettuate solo da medici e terapeuti altamente specializzati.

http://science-deibaidei.blogspot.com/2009/08/movement-science-capire-che-fa-luomo.html
Ma che possono anche banalmente essere usati per l'interazione con la Wii e la Xbox (Natal) cosa probabilmente più nota (e facile )

http://www.youtube.com/watch?v=6spdtZ6gucw http://www.youtube.com/watch?v=UkSV1rXJ0pU

Ci sono moltissimi altri esempi come ad esempio la macchina che guida da sola (context robotico molto noto nel settore).

http://www.designnews.com/article/772-DARPA_Race_s_Robot_Cars_Could_Benefit_Soldiers_and_Civilians_Alike.php

Quindi in definitiva direi che la risposta alla tua domanda è sì.
Mi spingerei anche un po più in là. Secondo me un giorno arriveremo anche a veri sostituti umani. Macchine capaci di interagire con l'uomo in modo naturale, e che provano emozioni.

http://www.jigoku.it/news/501/kobian-il-robot-che-prova-emozioni/

Ma questa al momento è ancora ... Fantascienza..


Un saluto non automatico... da me :-)

sabato 1 agosto 2009

Movement Science - Capire l'uomo tramite l'intelligenza artificiale sensoriale

Sì, lo so... l'argomento non si presenta come il più affascinante possibile.
In realtà lo è. Coinvolge il rapporto tra informazione e comprensione.
Tra "numero muto" estratto da una macchina senza cuore, e la sua semantica, il significato che ha per noi e per alcuni esseri umani in difficoltà.
In breve si tratta di comprendere la qualità di una informazione inzialmente nuda.
Nello specifico, si tratta di capire che fa una persona che si muove, e come, non in modo astruso e complesso, ma in modo naturale e non invasivo.
E' come cercare di capire cosa un persona dice mentre parla, semplicemente ascoltandola, o capirne le emozioni, semplicemente guardandola in volto.
Le macchine, parrà strano, non sanno fare questo. Non sanno fare cose che per noi sono così naturali e semplici.
Noi ci proviamo invece, nel nostro ambito di ricerca (nel mio, nel dipartimento sono l'investigatore principale per i sensori e la scienza del movimento).
Cerchiamo di far comprendere la liquidità e flessibilità del senso, del capire l'uomo, a macchine che sono dure e binarie nella loro capacità di comprendere la realtà circostante.

Usiamo dei piccoli sensori indossati (wearables) di pochi grammi, posti nei vestiti o nelle scarpe o negli orologi, nelle cinture, o nei dispositivi di supporto protesico: microdispositivi che contengono sensori di tipo inerziale, accelerometri e giroscopi microscopici, che registrano accelerazioni delle parti del corpo e le loro velocità.




Acquisiamo Dinamiche. Movimenti con qualità e forze. Numeri duri, che vanno riempiti di senso.
Dati acquisibili per giorni e giorni e trasmessi via una rete wireless dedicata (zigbee) a server remoti.
O anche solo per pochi secondi in ambiti ambulatoriali assistiti.
E noi le interpretiamo. E le comprendiamo. Ci proviamo.




Le applicazioni sono tante.
Quelle riabilitative Neurologico-Fisioterapiche.
Postoperatorie.
Quelle di supporto all'assistenza Sociale.
Come quelle Sportive. Ma anche... ludiche. O ludico-terapeutiche per i bambini.

Le potenzialità sono molteplici.
Le utilizziamo ad esempio per per monitorare e migliorare gli standard di vita di pazienti anziani, per aiutare nella diagnosi e terapia di bambini con lesioni e traumi, difetti neuro-motori congeniti, o per supportare diagnosi e terapie di pazienti affetti direttamente o indirettamente da severe patologie moto-neurologiche: Alzheimer, Parkinson, patologie otovestibolari, lesioni traumatiche, e Protesizzati.

Ma anche per attività più semplici e leggere, come interfacciare i bambini affetti da lesioni neuro-motorie, ai giochi normali (stile Wii) che permettono di misurare le loro abilità o improntare una terapia ludica, avvalendosi della naturale propensione al gioco che ha tanto valore terapeutico in un bimbo piccolo.






O semplicemente le usiamo per interfacciarci a videogames, per un sano normale passatempo (stile Natal). ;-)
Ovviamente non usiamo solo sensori inerziali, anche videocamere, treadmills, pressure plates; ma quello dei sensori inerziali micrometrici (stardust) su standard di trasporto wireless, è un trend di ricerca molto promettente e innovativo, per la sua naturale applicabilità: fratello maggiore delle applicazioni e ricerche nanotecnologiche.
E' un campo con ricadute benefiche in termini di miglioramento della qualità di vita per centinaia di migliaia persone e famiglie fortemente danneggiate.

E noi siamo al top del top di questo specifico ambito di ricerca. :-)
Siamo ai princìpi di un lungo cammino e abbiamo ottenuto ottimi risultati finora.
Non ne otteniamo nessun ricavo economico da questo.
Siamo guidati esclusivamente da motivi filantropici di ricerca.


sabato 25 luglio 2009

Fondi agli Atenei. In italia fa notizia il banale concetto del merito, incredibile.

La Gelmini dirotta il 7% dei fondi ordinari, assegnandoli secondo i meriti delle Università.

ilsole24ore.com-Gelmini Atenei Virtuosi

Solo il 7%? Mi sembra poco per modificare le attitudini iper-burocratizzanti degli Atenei. Ma è un buon passo in avanti.
Almeno è entrato finalmente in ballo il concetto che i finanziamenti vadano assegnati misurando il merito e che questo abbia qualche cosa a che fare con l'efficienza, e con i risultati didattici e di ricerca.

Mi auguro che non si misuri solo il merito funzionale-occupazionale però, altrimenti la ricerca farà sempre acqua in Italia, come lo fa ora. Acqua nel senso che le teste che già ci sono, non vengono indirizzate verso il meglio.
In Italia a livello studentesco e nel quotidano parlare delle famiglie non ci si rende conto che le Università insegnano ai propri studenti quelli che sono i risulti della ricerca, non quello che si trova scritto nei libri (scritti da chi, se sono argomenti innovativi?). Ed è questo che fa la differenza tra un diploma liceale, una scuola, e una Università. Questo fa la differenza culturale e strategica dell'essere laureati.

La ricerca, e quindi i meriti per ricerca, è il punto della qualità universitaria.


Una nota: secondo il ministero della ricerca noi (Università Milano-Bicocca) in questa classifica siamo stati posizionati come il sesto ateneo in Italia, e siamo il secondo ateneo di Milano (dopo il Politecnico di Milano), e Milano conta moltissimi atenei prestigiosi.
Non male.
Si può fare molto meglio: Bicocca potrebbe essere facilmente il primo o il secondo Ateneo scientifico d'Italia.


St.P.

venerdì 24 luglio 2009

How to copy a thesis?

Enrica Garzilli, specialista di indologia e di studi asiatici accademico di grande valore, si domanda (giustamente) sul suo sito e si "stupisce" alla notizia che esistono laureandi che copiano le tesi dai siti on line.

http://orientalia4all.net/post/how-to-copy-a-thesis?message=Commento+inserito#add_comment

Non esistono più gli studenti di una volta..? ;-)

giovedì 23 luglio 2009

Ma è vero che l'influenza H1N1 ha un tasso di mortalità del 6-7%? 46 milioni di morti ci attendono?


C'è chi parla della nuova influenza come di una pandemia e cita numeri: a seconda delle versioni, il 4% o il 7% per cento degli infetti da virus H1N1 "è deceduto" a causa del virus.
Ipotizzando per amore di discussione il 7% come cifra, se l'intera popolazione si ammalasse, cosa che può capitare per un virus a diffusione aerea come questo, dato che parliamo di 6.7 milardi di persone, significherebbe che in pochi mesi arriveremo ad avere circa 46 milioni di morti?
Il numero di morti causati dall'ultimo conflitto mondiale in 5 anni, per pochi mesi di influenza?
Tanto. Troppo.

Dovremmo correre impazziti di terrore, fare scorte per un anno, chiuderci in casa, staccare il telefono, e invece parliamo pacificamente delle amenità personali di Berlusconi, pianificando tranquille vacanze all'estero, magari in rispettabilissimi paesi dove il virus si sta espandendo a macchia d'olio proprio in queste settimane?
L'epidemia "percepita", non è quella "reale"... o come al solito ci accorgeremo della serietà del problema quando è troppo tardi?

Qualcosa non mi quadra.

Poco convinto dalle opioni generiche e mai precise che sento in rete, cerco di ottenere più informazioni, ovviamente sempre in rete, trovandovi dapprima le cose più stravaganti.
Per trovare informazioni più attendibili mi reco direttamente sul sito della World Health Organization ( WHO-swineflu ) trovandovi molti dati interessanti ma anche piuttosto impressionanti: 88.408 casi confermati di influenza e 737 decessi fino al 22 luglio nell'area panamericana (who-panamerica) , 44.801 casi confermati e 296 decessi negli Stati Uniti (http://flutracker.rhizalabs.com/); e altre informazioni su siti molto interessanti con i relativi dati, grafici e andamenti (http://www.cdc.gov/flu/weekly/) .


Ma per capire cosa significhi un tasso di mortalità così alto, come viene calcolato e perchè, ho cercato altre informazioni che fossero attendibili e scientificamente valide sui virus e i loro vaccini, e il relativo concetto di mortalità e morbilità in una pandemia, trovando prima di tutto una marea di siti di una inquietante quanto improbabile attendibilità, o meglio di una impressionante quanto sfrontata e voluta antiscientificità, contenenti anche in questo caso le informazioni più assurde, o le più verosimili, ma supportate da citazioni scientifiche letteralmente inventate.

Solo per divertici e fare un esempio, uno di questi siti assurdi cita elenchi di ricerche che porterebbero ovviamente come prove "schiaccianti" a supporto delle loro "teorie" citazioni di articoli tratti da riviste autorevolissime (come The Lancet), citazioni che al primo sguardo appaiono poco pertinenti, ad un secondo sguardo generano invece il sospetto di essere inventati (titoli in italiano, in una rivista in lingua inglese?)....
Bè... sono andato a cercarle queste citazioni e questi articoli: non esistono proprio. Riferimenti inventati ad arte.

Oppure si citano fatti "rivelatori" e "rilevantissimi" riferiti a parole espresse da persone e enti autorevoli in articoli o interviste con "tanto di reference" agli stessi, ma seguendo i suddetti link si trovano "broken link" o generici reference a pagine iniziali di siti universitari (solo la home iniziale di qualche buona università: nessun articolo scientifico, nessuna intervista autorevole, niente di niente).

Oh My God, mi verrebbe da dire.

Ho quindi pensato di rivolgermi direttamente alla fonte, ovvero cercare io direttamente le informazioni che mi servono sulle riviste scientifiche (e.g. Thelancet.com) come faccio ogni giorno nel mio lavoro, scoprendo così a mia volta delle amene curiosità. Le ricerche scientifiche in questi settori della medicina recano curiosamente, e spesso, in fondo all'articolo, prima dei canonici reference, dei veri e propri disclaimer a cura dell'editore o degli autori ("conflitto di interesse: l'autore di questo articolo ha lavorato per la glaxosmithkline o è stato consulente per quest'altra bella ditta farmaceutica").
Ok, corretto. Molto Fair e inglese.
Ma c'è bisogno di dirlo? E' come affermare: questo arbitro è un tifoso del Napoli, quindi è ovvio e implicito che sarà poco professionale quando arbitrerà una partita col Napoli?

Io mi inquieterei alquanto, se mi obbligassero a scrivere una cosa del genere in fondo ad un mio articolo scientifico. Sono una persona seria, non mi gioco certo la credibilità professionale per fare una cortesia ad una azienda. Il mio lavoro è essere autorevole e credibile. Se non lo sono, ho smesso di lavorare. Ho perso il mio lavoro.
Vabbè...diciamo che forse è meglio saperlo. Se serve.

Il mondo della ricerca medica è particolare e a volte al limite del scientifico, per motivi lunghi qui da spiegare, quindi ho glissato sulla amenità concentrandomi sui contenuti.
Trovando ben poco di mio interesse, però.

Dopo lunghe richerche comunque alla fine trovo due link e due siti che spiegano bene, a mio parere, il rapporto tra dati epidemiologici e mortalità, in relazione alla loro interpretazione e affidabilità.

Il primo [1] (vedi anche sotto) del sito Virology, che spiega sostanzialmente "quanto" e "se" sono affidabili i dati riportati da uno studio epidemiologico di questo tipo, e "perchè".

Il secondo [2] (vedi anche sotto) che mostra dati alla mano l'andamento della pandemia del virus H1N1 parlando non di "rapporto tra morti e infetti", ma di numero di deceduti per il virus H1N1 rispetto alla popolazione "totale"; indicando in questo "studio", sostanzialmente, che il numero di infetti è in realtà un numero difficile da stabilire, specie su base mondiale (ogni ente ha affidabilità diverse), è quindi più scientifico basarsi su dati oggettivi come il numero di decessi, per influenza da H1N1, pesati sull'intera popolazione e non sul numero di infetti, dato quest'ultimo poco affidabile (affetto da rumore non modellabile, diciamo noi "veri scienziati" :-) ).

Consiglio di leggere il primo articolo, sicuramente più autorevole, breve, e molto interessante.
Del secondo di cui non posso garantire la scientificità assoluta e forse anche l'utilità, faccio solo notare il secondo grafico nella pagina: l'andamento mostra il numero di morti per popolazione: ed è una retta. Una retta su un diagramma semi-logaritmico.
Come molti sapranno, questo andamento che appare "lento", e in leggera crescita, in realtà corrisponde ad un andamento esponenziale su un diagramma normale. Forse non volevano allarmarci e un diagramma logaritmico certamente aiuta a nascondere l'espolosione esponenziale :-)

Ma il fatto è che.. l'epidemia si sta diffondendo, in modo esponenziale.
I morti per influenza ci sono e non sono pochi....

Dobbiamo quindi preoccuparci?
Non è chiaro...

Quindi?
Quindi, chi vivrà vedrà.
E' proprio il caso di dirlo.


Riporto qui i due articoli/siti.

[1] http://www.virology.ws/2009/06/16/how-many-people-die-from-influenza/
[2] http://www.peterosborn.com/pandemic%20(history).htm

st.p.

Google vorrebbe entrare nel futuro, ma ci riuscirà?

Marissa Meyer, vicepresidente Google e "deus ex machina della grande G", ci parla delle tendenze di ricerca negli ambiti dell'Information Retrieval (il "solito" google search).

Semantica e (separatamente) sensori integrati nei gadget, sono le due parole chiave (vedi l'articolo di punto informatico meyer-futuro-del-search-tempo-reale ).

La questione semantica è un vecchio problema, vecchio come il mondo. Mayer ci si tiene prudentemente lontano. "Non andiamo sulla semantica, ma su aspetti che sembrano semantici senza esserlo". Google ha sempre funzionato così, e in effetti l'approccio è corretto. Il metodo attuale di ricerca che è fondato sul ranking (popolarità) dei link, non è semantico e - come tutti sappiamo - funziona.

Ma non si può sempre procedere così, purtroppo. Uno dei punti deboli di Google Search in questo momento è ad esempio la ricerca sulle immagini: nell'azienda di Cupertino stanno cercando di introdurre timidamente metodi diversi di aggregazione delle immagini, ad esempio usando un algortimo di ricerca per similarità. Funziona a volte. A volte no. (prova: similar-images.googlelabs.com )
Le ragioni sono molte, e in un articolo separato avrò l'occasione di indicare come e perchè capita questo e cosa si intende per ricerca semantica e ricerca non semantica.

Interessante anche osservare che Microsoft con Natal (ma anche in Windows 7), la Nintendo con Wii, ma anche Google si siano accorti e pongano l'accento sull'uso di sensori per interagire in modo elettivo con una macchina.

Sensori e semantica sono il punto su cui noi ( Motion Studio Project (*) ) lavoriamo da due anni ormai, anticipando questo trend e questa visione. E in effetti molte cose si possono dire e fare in merito, ma vorrei soffermarmi su un punto.

I sensori, certi sensori, come quelli indossabili, hanno un pregio: possono catturare il tipo, l'attitudine, le caratteristiche, il mood e le specificità personali del comportamento o del movimento umano. Il tipo, la qualità e il modo di interagire.
A differenza del passato qui è la macchina, il computer, che dai segnali ricavati dai sensori, indossati o nell'ambiente, deve comprendere il comportamento della persona e agire: non l'uomo che deve apprendere l'uso di un device (la tastiera, il mouse, etc.) e di un artefatto (i comandi, le finestre, i menù, un linguaggio di programmazione o scripting) per interagire con la macchina. Spesso alle sue condizioni.

Ma quando si parla di capire il comportamento di una persona a partire dai dati letti da un sensore, in modo intelligente e automatico, si parla forzosamente di machine learning e... di semantica. E qui sono i leoni.

Benvenuta nel problema, Google :-)
E benvenuta nel futuro.

St.Pinardi

(*) Diritti riservati

lunedì 26 gennaio 2009

Pubblicato (rivista Oxford Journal)

Bè Oxford è sempre stato uno dei miei miti. ;-) Dopo il MIT e assieme ad Harvard.
Abbiamo pubblicato. Anche Lì. ,-)

http://comjnl.oxfordjournals.org/cgi/content/abstract/bxn074?ijkey=TpQziXzRsCNErce

Tip

SM