Google trova il modo di stupirci un po', trovando relazioni nascoste nei propri dati, e mettendole in linea su Google Flu Trends, la pagina di Google che mostra le stime dell'influenza basate sull'andamento delle ricerche che gli utenti fanno su Google.
Google si chiede: "è possibile partire dalle query di ricerca per arrivare a delineare un modello attendibile dei fenomeni che si verificano nella realtà?". Pare proprio di sì.
I ricercatori di Google hanno notato che gli andamenti delle query di ricerca sull'influenza e gli andamenti influenzali stessi - secondo i dati forniti dai centri di sorveglianza nazionale - sono correlati in modo positivo, sono sovrapponibili (vedi qua).
Ovviamente il vantaggio risiede nel fatto che le stime basate sulle query sono quasi in tempo reale, mentre i report forniti dai centri di sorveglianza nazionali sono al più settimanali, anche nei casi più gravi, come l'influenza di tipo A. In casi di pandemie pericolose, il metodo-Google sembra più efficace per comprendere e prevenire in tempo reale gli andamenti di diffusione di una malattia altamente infettivante.
Ed ora basta dire che l'informatica è "solo materia da tecnonerd" ;-)
P.S.
Trovato sul sito Orientalia4all dell'ottima Enrica Garzilli di cui riporto anche il commento finale. [Ci sono quasi tutte le nazioni ma non la nostra] "Se non fosse che non c'è neanche la Gran Bretagna mi verrebbe da pensare che in Italia i dati siano irrelevanti, come nei paesi del digital divide."
Temo che tu abbia ragione, Enrica. Siamo terzomondizzati anche nel digitale.
mercoledì 14 ottobre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento